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Under The Dome 2×03 – 2×04 – Force Majeure – RevelationTEMPO DI LETTURA 5 min

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Gery Hallywell e The Weather Girls cantavano a squarciagola “It’s raining men! Alleluja!” ma si potrebbe tranquillamente riadattare il testo per “Force Majeure” con un bel “It’s raining blood! Amen!”.
La creatura di Stephen King e Brian K. Vaughan sta cercando di viaggiare seguendo le orme di un’altra
serie decisamente fuori dalla loro portata: Lost. In Lost, soprattutto nella 2° stagione, si era assistito ad una lotta intestina nel gruppo di sopravvissuti tra il “Man Of Faith”, John Locke, ed il “Man Of Science”, Jack Shephard, due individui che vivevano in una situazione molto particolare e che cercavano di dare un senso agli avvenimenti seguendo il proprio credo o la scienza. In maniera analoga ma ben più superficiale e svilente se paragonato a Lost, Under The Dome ci ripropone questo dualismo ma lo fa contrapponendo dei personaggi che sono inadatti a questo ruolo per un semplice motivo che può essere spiegato con l’immagine delle teste mozzate delle due protagoniste: Julia e Rebecca. La prima non ha mai riscosso molto successo tra il pubblico vista la sua “utilità” e la bocca sempre pronta a sparare sentenza salvo poi rimangiarsi le parole con i fatti. Tuttavia, grazie anche alle prove tangibili di essere una dei 4 prescelti, ha condotto la sua esistenza sotto la cupola tenendo sempre presente che è cosa buona e giusta credere in lei ed in ciò che accade per merito/colpa sua, tutto perchè comunque c’è un grande scopo da perseguire, scopo tuttavia non ancora pervenuto ma lei comunque ci crede e di questo gliene diamo atto.
Sull’altra sponda del ring troviamo l’ex comprimaria di Misfits, la maestra di scienze del liceo che è rimasta nascosta per tutta la prima stagione salvo poi sbucare fuori dal nulla in “Heads Will Roll“. Rebecca è la perfetta compagna di Big Jim: astuta, egoista, egocentrica ma scaltra abbastanza da farsi passare per la paladina della città che salva il popolino nel momento del bisogno. Supponendo di credere ciecamente nella sua abilità in materia di chimica, fisica e scienze applicate, rimane però il grossissimo dubbio circa l’applicazione di tali conoscenze in ambito pratico all’interno di uno spazio ristretto come quello di Chester’s Mill, perché cose come la ricerca dei materiali e la combinazione degli stessi non è cosa da poco, soprattutto considerando l’abissale differenza tra la scarsità di cibo confrontata con l’abbondanza di elementi chimici utili agli scopi della maestra. Supponendo di voler credere alla sua bravura innata, sprecatissima in una scuola di campagna come quella, rimane il fatto che il suo cinismo si sposi benissimo con la sua cagnaggine recitativa quello che era il Big Jim della scorsa stagione, un personaggio che ora è allo sbando ma che con lei al suo fianco può tornare alla ribalta anche peggio di com’era prima e l’occasione di uccidere mezza popolazione di Chester’s Mill giusto per esigenze legate al fabbisogno nutrizionale sembra l’occasione adatta per questo ritorno alle origini del personaggio.

Nel frattempo però gli sceneggiatori provano a calcare la mano anche in un altro modo, cioè sfruttando l’apparizione di colei che un tempo fu Melanie Cross e che ora, back from the 80’s, è tornata in qualche modo. Scopriamo infatti che questa altro non era che una componente di un “precedente quartetto” composto dalla madre di Junior, dallo zio e dal prete mezzo matto. E’ una caratteristica della letteratura di Stephen King quella di piazzare una qualche storia passata nella risoluzione di un mistero. Basti ricordare la struttura parallela tra passato e presente nel celeberrimo “It”. Quindi il mistero che un po’ desta la nostra attenzione e ci distoglie dalla scadente messa in scena è: come è tornata Melanie Cross?
Senza soffermarci troppo sulle iniquità della narrazione, che in certi momenti si fa raccapricciante (Norrie che fa la gelosona, poi quando Mel e Joe si allontanano per mano, fa spallucce e diventa improvvisamente la confidente di Barbie, mah), Under The Dome si fa guardare. Non c’è niente da fare, pur riconoscendo la netta inferiorità di certe serie TV, spesso ci si trova a non riuscire a smettere. E tutto passa in secondo piano: una recitazione non proprio magistrale (ad eccezione dell’amato Dean Norris), l’attenzione che si sposta rapidamente da una cosa all’altra (connessione internet, diario, virus, omicidio di Angie, Melanie Cross e chi più ne ha più ne metta), personaggi tratteggiati molto male (Rebecca) eccetera eccetera. Una fetta di pubblico che vuole essere esclusivamente intrattenuto ci sarà sempre, quindi ci saranno sempre serie come questa. Bisogna però chiedersi: una volta che a mente fredda si sedimenta ciò che si è visto, cosa resta?

PRO:

  • Il mistero generale che, volenti o nolenti, ci tiene agganciati allo schermo
  • Melanie Cross
  • L’atmosfera “kingiana” tipica nei flashback
  • Dean Norris
  • I cliffhanger, sebbene scadenti, telefonati e da quattro soldi, tengono la serie a galla
CONTRO:
  • Si sta imitando un po’ troppo (e male) Lost
  • Il modo in cui Rebecca fa smettere di piovere acido
  • Un liceo di un paesino è accessoriato quanto un’industria farmaceutica
  • La musichetta che parte quando Barbie e Julia irrompono armati
  • Misteri di tutti i tipi si vanno ad incontrare in 40 minuti, viene mantenuta una certa tensione ma la carne al fuoco è comunque tanta
  • Quando qualcuno cade e sbatte la testa, muore sempre
  • Junior digita la data di nascita della madre e pochi minuti dopo Melanie usa le stesse cifre per aprire la cassaforte, spostando qualche numero, se deve essere una qualche sorpresa che viene rivelata dopo, fa schifo
  • Il personaggio di Rebecca è veramente irritante, al di là della sua funzione scenica; è colpa dell’attrice o è merito dell’attrice?
  • “Revelation” ha un finale fatto malissimo
  • Il DJ che ora è poliziotto va in cerca di “vandali che deturpano il ponte” solo per mantenere l’attore sotto contratto
Il ritmo di “Revelation” è leggermente superiore a quello di “Force Majeure” che raggiunge livelli imbarazzanti di messa in scena. Purtroppo in un periodo in cui le serie TV di qualità escono come funghi, non c’è e non ci può essere più di tanta pazienza e comprensione per i grandi misteri da spiaggia. Ma il mondo è bello perché è vario.
Infestation 2×02 7.70 milioni – 1.17 rating
Force Majeure 2×03 7.64 milioni – 1.90 rating
Revelation 2×04 6.74 milioni – 1.50 rating
VOTO EMMY

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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