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Marvel’s The Defenders 1×08 – The DefendersTEMPO DI LETTURA 8 min

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“The Defenders”.
È con questo titolo che il sesason finale della prima stagione dei Difensori si presenta al suo pubblico annunciando in pompa magna il nome con cui il gruppo viene identificato, quasi fosse un vittorioso motivetto. Tutto ciò ricorda un po’ il season finale della prima stagione di Marvel’s Daredevil, dove il titolo dell’episodio portava il nome dell’alter-ego di Matt Murdock. Sotto certi aspetti, queste due puntate si somigliano molto ma, contemporaneamente, non possono essere più diverse. Infatti, mentre “Daredevil
finiva con Matt Murdock che otteneva costume e alias, i Defenders ottengono il loro status-quo solo nel titolo, senza lodi decantate.
Analizzando le dinamiche di gruppo, i Defenders si presentano in una maniera atipica allo spettatore, trattando il tema dell’unione e dell’affiatamento sotto un’ottica diversa e, forse, anche difficile da accettare in televisione. Mentre gli Avengers promuovono le tipiche caratteristiche di una narrazione corale – leadership consolidata riconosciuta in un unico personaggio che tiene insieme dei membri eterogenei che, nonostante le differenze, si dimostrano coesi tra di loro – i Difensori si presentano come ritrovo di outsiders e personaggi solitari, o comunque poco affini al gioco di squadra. A differenza degli Avengers, i Defenders non hanno un quartier generale, non hanno dichiarazioni di intenti, non hanno un leader specifico, non hanno un grido di battaglia, nessuna strategia e nessun tipo di requisito per entrarvi. Sono un gruppo che si riunisce alla necessità, collabora e poi torna alla vita di sempre. Pertanto, complice soprattutto la natura spinosa ed il carattere difficile dei 4 Difensori di Netflix, il team si presenta più come un “non-team”.
Non c’è quindi da sorprendersi se a fine visione della 1×08 lo spettatore avverte come un senso di vuoto. Se da una parte tutto ciò è molto fedele all’originale caratterizzazione del gruppo – che nasce con gli stessi intenti ma con una formazione diversa – dall’altra, soprattutto riguardo le necessità televisive, si avverte la mancanza di un gruppo fatto e finito. Quel senso di vuoto è causato dai personaggi e dal modo in cui si sono legati l’un l’altro nel corso della stagione per poi dileguarsi, ritornare alle proprie vite e affrontare le conseguenze di quanto accaduto. Una relazione così volitiva e piena di legami occasionali, benché stuzzicante per la sua diversità, difficilmente si sposa bene con le meccaniche della serialità televisiva odierna. Ovviamente questo non vuol dire che si boccia totalmente questo tipo di caratterizzazione, bisogna solo affinarlo meglio e trovare il giusto compromesso da fedeltà e trasposizione, affinché finzioni meglio anche in tv.
Anche se lo statuto dei Difensori deve essere rivisto sotto certi aspetti, questo non impedisce alla puntata di essere una perfetta conclusione di questa prima era della collaborazione Marvel/Netflix. “The Defenders” è infatti un epico showdown che chiude le trame tessute finora riguardo l’ascesa de La Mano a New York, il reclutamento di Black Sky e il legame con gli Iron Fist. La Mano non si può dire completamente distrutta perchè alcune “dita” saranno sopravvissute sicuramente (così come Elektra), però i quattro eroi sventano i piani che l’organizzazione costruiva fin dal primo episodio di Marvel’s Daredevil. Fortunatamente, non si ha avuto una completa sparizione della setta ninja; l’MCU è carente di villain ricorrenti e di qualità, vederla sparire così facilmente, non solo sarebbe risultato ridicolo, ma sarebbe stato anche un enorme spreco.
Difficile dire se questa era la conclusione che ci si aspettava ma il season finale, grazie al suo piglio prettamente frenetico ed adrenalinico, riesce ad essere incisivo e d’impatto; forse un po’ troppo simile a molti film di spionaggio, con la classica bomba ad orologeria che minaccia di esplodere, ma dopo otto episodi (molti di questi passati a seguire lunghi dialoghi) lo scontro finale, con tanto di piano sequenza, non può che risplendere di luce propria ed enfatizzare tutto ciò che lo precede e lo segue.
Il season finale è un episodio dalla duplice funzione dato che serve da conclusione al progetto Marvel’s The Defenders e anche come nuovo inizio per i loro membri. Se è vero che Matt, Jessica, Luke e Danny non hanno instaurato questo grandissimo legame perchè un po’ di orgoglio personale e un po’ di diffidenza glielo impediscono, è però anche vero che l’esperienza di gruppo è stata utile ad arricchire la loro caratterizzazione, sancire una piccola evoluzione nella loro formazione e rimescolare le carte in tavola per le loro personali serie tv. Per esempio, Jessica ritrova lo slancio per riaprire la sua agenzia investigativa e Danny trova uno scopo nel difendere Hell’s Kitchen al posto di Daredevil. Ma fra tutti gli esempi, il più calzante è quello di Matt Murdock, dato per disperso non tanto per far credere agli spettatori che sia morto (#credici) quanto più per spedirlo nelle braccia della probabile Suor Maggie: personaggio spesso citato in Marvel’s Daredevil e importante per il suo mythos, anticipando così la terza stagione e una precisa direzione artistica.

 

Poteva RecenSerie non sbattersi per voi a raccattare tutte le curiosità e le strizzate d’occhio per questo attesissimo crossover? Maccerto che no! Doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, di seguito, eccovi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia sulla puntata.

  1. Quando Danny sta per sferrare il Pugno D’Acciaio contro Madame Gao, questa assume la posizione della gru. Un altro riferimento al fatto che potrebbe essere la controparte seriale di Crane Mother.
  2. La canzone riprodotta durante l’enorme piano sequenza con tutti i protagonisti e gli antagonisti di Marvel’s The Defenders è “Protect Ya Neck” dei Wu-Tang Clan. La scelta della canzone non è casuale, dato che cita contemporaneamente le usanze di Marvel’s Luke Cage e Marvel’s Iron Fist. Nella canzone in questione, viene citato l’Uomo Ragno.
  3. Nel serial di Luke Cage, frequenti erano i titoli degli episodi che si rifacevano a celebri canzoni rap/hip-hop, a volte citate anche negli episodi stessi: alcune di queste appartenevano proprio al gruppo Wu-Tang Clan.
  4. L’album da cui proviene quella canzone si intitola “Enter The Wu-Tang (36 Chambers)”, dove il titolo dell’album cita una celebre serie di film di kung-fu. Nel serial di Iron Fist molti dei titoli citavano tecniche/posizioni/usanze del kung-fu.
  5. In questo episodio Misty Knight perde un braccio nel tentativo di salvare Claire e Colleen; dalla conversazione finale tra lei e Colleen, il serial lascia intendere che tra le due nascerà una sorta di amicizia. Nei fumetti, Misty perde il braccio nel tentativo di scongiurare l’esplosione di una bomba nel caveau di una banca. Caduta in depressione, abbandonerà la polizia, ma Tony Stark – abbagliato dal suo coraggio – le donerà una protesi bionica. Lei e Colleen diventeranno amiche quando Misty la salverà dal villain Master Khan.
  6. Sulla placchetta con le informazioni del paziente appesa al muro, il nome del medico curante di Misty è “L. Carter”. È un riferimento a Linda Carter: non l’attrice che ha interpretato Wonder Woman negli anni ’70, bensì il nome dell’originale Infermiera Di Notte, uno dei personaggi a cui è ispirata Claire Temple.
  7. L’altro nome che compare sulla placchetta è “Dr. E. Wirtham”: è un riferimento al personaggio di Cardiac, sempre oscillante tra il ruolo di eroe e di villain. Elias Wirtham studiò medicina in seguito alla morte del fratello; quando scoprì che il decesso era il risultato dell’avidità di un’azienda farmaceutica che aveva una cura per la malattia di Joshua ma che non l’aveva distribuita per attendere il momento più redditizio, iniziò la sua crociata contro le multinazionali. Elias adottò il nome Cardiac e si fece sostituire il cuore con un reattore a particelle beta che forniva energia a tutto il suo corpo, rivestendo la pelle con una trama di vibranio. Prima comparsa: Amazing Spider-Man #344 del 1991.
  8. Sempre sulla placchetta, ci sono dei numeri e delle sigle: P03-12 e 555-197. È un riferimento alla prima apparizione di Misty: Marvel Premiere #21 del 1975.
  9. Anche nei fumetti Iron Fist è stato, per un po’ di tempo, il difensore di Hell’s Kitchen. In quel periodo, Danny ha addirittura sostituito Matt nei panni di Devil, mettendosi il costume al posto suo.
  10. La tuta che indossa Danny a fine episodio richiama lontanamente il costume che Iron Fist indossa ora nei fumetti, a sua volta ispirato alla tuta gialla di Bruce Lee.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • I Difensori: un “non-team” di supereroi
  • Piano sequenza coi quattro Difensori
  • Showdown tra eroi e villains
  • Puntata frenetica e piena di adrenalina
  • Nuova svolta per i quattro protagonisti
  • I Difensori: un “non-team” di supereroi
  • La morte (#credici) di Matt Murdock

 

E venne un giorno, un giorno diverso dagli altri, in cui gli Eroi più potenti della Terra di Netflix si unirono contro una minaccia comune! Quello fu il giorno in cui nacquero i Vendicatori i Difensori, per combattere nemici che nessun supereroe da solo avrebbe mai potuto affrontare!

Con “The Defenders” la prima era della collaborazione Marvel/Netflix giunge al termine con un enorme senso di soddisfazione. Grazie alla piattaforma streaming, i Marvel Studios possono ora vantare di aver portato sul piccolo e grande schermo lo stesso progetto, con risultati davvero strabilianti. Ora il Marvel Cinematic Universe può contare una linea di difesa in più oltre che un nuovo slancio per la “Phase 2” di Marvel/Netflix.

 

Fish In The Jailhouse 1×07 ND milioni – ND rating
The Defenders 1×08 ND milioni – ND rating

 

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