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12 Monkeys 3×01 – 3×02 – Mother – GuardiansTEMPO DI LETTURA 6 min

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How can we defeat an enemy from our own future? Time is no longer on our side.”

Un avvio di stagione tuttavia incoraggiante quello messo in scena da 12 Monkeys, quest’anno distribuito da SyFy seguendo una formula che in qualche modo ricalca le orme dei distributori OTT come Hulu o Netflix. Una formula che certamente farà felici gli amanti del binge-watching selvaggio – un po’ meno il recensore, costretto all’ennesima maratona seriale, peraltro totalmente inaspettata, per mantenere un ritmo di pubblicazione costante. Non solo, grazie ad una sorta di strano loop temporale, la serie si guadagna “alla cieca” il rinnovo per una quarta – e ultima – stagione, presumibilmente organizzata, almeno dal punto di vista della distribuzione, secondo la medesima formula della terza.
Fin dalle prime immagini, l’impressione è quella di assistere ad uno show più curato dal punto di vista prettamente estetico e certamente orientato su un maggior sensazionalismo visivo, ottenuto grazie a un buon uso della CGI per rappresentare il mondo post-apocalisse dell’anno 2163.
Si riprende esattamente da dove ci eravamo interrotti, con Cassie, incinta del famigerato Testimone, sperduta nello spazio e nel tempo insieme all’allegra combriccola stanziata a Titan, la città/macchina del tempo che nello scorso finale di stagione fu teatro di omicidi e sparizioni; e con la solita accoppiata James Cole/dr.ssa Jones sulle tracce dei vari dispersi, dislocati qua e là nel continuum spazio-tempo.
La scelta di affiancare l’analisi di “Guardians” a quella della première nasce più che altro dalla necessità di arricchire una recensione che, se avesse preso in considerazione soltanto “Mother”, sarebbe risultata oltremodo sterile. Questo perché, in sostanza, all’episodio di apertura viene affidato principalmente il compito di presentare il nuovo arco narrativo, senza però rivelare granché sulle intenzioni di questa terza stagione. Accorpando i due episodi nella medesima analisi, invece, si riesce ad inquadrare meglio la situazione, complice anche la particolare complementarietà delle due trame prese in esame.
A conferma di quanto appena detto, la prima mezz’ora di girato non dice granché a livello diegetico, bensì appare funzionale alla reintroduzione dei nostri protagonisti, con un’attenzione particolare al rapporto tra Cole e la dott.ssa Jones. Quest’ultima, preoccupata dalle conseguenze che il rapporto sentimentale che lega James e Cassie potrebbe avere sull’ennesima missione di recupero, tenta di affidare alla ritrovata figlia Hannah il compito di sorvegliare il crononauta. Ma, come spesso accade in televisione, la forza dell’amore è troppo forte per essere fermata da qualche calcio volante, quindi il protagonista riesce ad eludere la sorveglianza della ragazza raggiungendo con relativa facilità la mother all’interno della struttura, perennemente in itinere tra le numerose pieghe del continuum spazio-temporale.
Proprio nel corso della sua disperata missione di salvataggio, Cole si imbatte in uno strano personaggio dal look supereroistico, che poi scopriremo essere lui stesso, tornato indietro da chissà quale futuro. Questa sostanzialmente si configura come l’unica novità degna di nota ascrivibile alla première, novità che, tra le altre cose, consente agli autori di “giocare” con lo spettatore, ignaro di ciò che sta accadendo – e che accadrà – al pari del Cole del presente, e guidato nella sua esperienza, ironia della sorte, da lui stesso, il future Cole, affiancato a sorpresa da una Cassie apparentemente in perfetta forma. Nei minuti restanti non vi è granché da segnalare, a parte naturalmente la nascita del bambino di Cassandra – che, ancor prima di uscire dall’utero, ha già causato la morte (duplice nel caso di Arianna) di svariate persone – e la spiazzante parentesi musicale in trincea di Jennifer sulle note di 99 Luftballons (un deja vu per gli amanti di Scrubs), talmente fuori luogo da risultare grottescamente geniale.
Discorso diverso va fatto invece per “Guardians”, grazie al quale riusciamo a muovere i primi significativi passi all’interno della narrazione. Apriamo quindi con Jennifer, sperduta nella Parigi del primo dopoguerra e alla ricerca di un metodo efficace per comunicare con Cole e compagni nel 2046. Come sempre, al personaggio della Hampshire spetta il compito di portare avanti una pseudo-linea comica interna al sci-fi drama, una scelta che talvolta può portare ad esiti positivi (come il momento musicale sopracitato) ma che in alcuni casi (il balletto idiota per distrarre la donna che tiene sotto tiro Cole) risulta solo un eccesso gratuito e decisamente evitabile.
La storyline che vede protagonista i tre personaggi rappresenta il nucleo centrale della narrazione episodica e, grazie all’azzeramento della linea temporale reso possibile dall’intervento di Magdalena, almeno metà dell’episodio diventa completamente inutile ai fini della trama, sebbene consenta a Cole di recuperare Jennifer nel 1922 ricorrendo ad un approccio più amichevole. Insomma, un modo particolarmente infido per farci perdere minuti preziosi della nostra esistenza (già schiacciata dal peso di decine e decine di serie televisive, e non tutte piacevoli da guardare) facendo passare il tutto per l’ennesimo plot twist.
Infine, nel 2056, Olivia e Ramse, accampati nel territorio degli Esiliati, si ritrovano a sorseggiare scotch davanti al classico falò da barile come i migliori barboni di Manhattan. Qui si assiste allo straziante addio tra il character interpretato da Kirk Acevedo e suo figlio Sam, oramai cresciuto e in fin di vita dopo un turno di guardia finito male. Quantomeno dubbia la scelta di chiudere il personaggio (anche se probabilmente lo rivedremo in qualche altra linea temporale) con un suicidio assistito compiuto proprio dal padre, una decisione che, in relazione al contesto, appare accolta fin troppo di buon grado dall’uomo, oltre che essere un eccesso inutile in una scena dalle premesse già sufficientemente drammatiche.
Le domande, come ad ogni avvio stagionale, sovrastano prepotentemente le risposte. Qual è il contenuto del messaggio appeso al tronco e letto da Olivia? Dov’è diretta la “parabox”? Chi ha creato le tute speciali per il dislocamento? In che modo Magdalena è riuscita ad azzerare la linea temporale? Insomma, a due sole puntate dall’inizio di questa terza stagione gli interrogativi sono già moltissimi. Speriamo soltanto che gli autori riescano a darci qualche risposta convincente nelle altre otto.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Location suggestive del mondo post-apocalisse nell’anno 2163
  • Jennifer e il suo trip in trincea
  • Asshole vs Future Asshole
  • Gli interrogativi sono molti…
  • La morte di Sam per mano di Ramse eccessiva
  • Il balletto di Jennifer per distrarre la donna che tiene sotto tiro Cole
  • …speriamo arrivino anche le risposte

 

Come già detto, un inizio incoraggiante. Dobbiamo comunque tenere a mente che ci troviamo di fronte a due episodi eminentemente introduttivi, dunque nonostante la discreta qualità mostrata, per questa volta non possiamo spingerci oltre la sufficienza. Il tempo per fare meglio c’è, la volontà da parte degli autori anche. Ora l’unica cosa che resta da fare è attendere pazientemente che la storia entri nel vivo.

 

Memory Of Tomorrow 2×13 0.43 milioni – 0.1 rating
Mother 3×01 0.59 milioni – 0.1 rating
Guardians 3×02  0.40 milioni – 0.1 rating

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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