);

Peaky Blinders 3×06 – Episode SixTEMPO DI LETTURA 6 min

/
()

Quello di Peaky Blinders è sempre stato un universo narrativo folle, pieno di personaggi estremi, quasi al limite del grottesco, ma, paradossalmente, grazie a questa rappresentazione a tratti pirandelliana, anche genuini e credibili. Questo grazie, soprattutto, alla straordinaria alchimia creatasi tra i personaggi e gli attori designati per interpretarli. L’impeccabile scrittura e le qualità recitative messe a disposizione dal cast hanno così dato origine a una stagione – e in generale a una serie – che non ci pentiamo di definire perfetta sotto ogni punto di vista. Tant’è che l’unico difetto, se di difetto si può parlare, risulta essere la brevità dei vari cicli stagionali, imputabile, naturalmente, a un notevole dispendio in termini finanziari. Un difetto che, più che altro, viene definito tale in funzione del desiderio dello spettatore di assistere a un ulteriore episodio. Un mero capriccio insomma, in quanto, analizzando obiettivamente la brevità delle tre stagioni andate in onda, ci si rende immediatamente conto della bravura, da attribuire naturalmente al comparto autoriale, nella gestione delle tempistiche e dei temi toccati di stagione in stagione. Ed ecco che questo carosello di personalità bizzarre, quasi folkloristiche, trova sistematicamente il suo posto all’interno della narrazione; elemento, quest’ultimo, in grado di mettere in evidenza l’impegno profuso dallo show di mantenere una propria logica interna, dotata di una viscerale potenza scenica che altri gangster drama possono solo sognarsi.

You took the King’s fucking shilling. When you take the King’s shilling, the King expects you to kill.”

Questa terza stagione, caratterizzata da ritmi decisamente più lenti della precedente, cambia radicalmente registro in questo season finale, mostrando fin dai primi minuti, a partire dal fulmineo rapimento del piccolo Charles, uno straordinario controllo dello sviluppo diegetico. Ancora una volta è Cillian Murphy il protagonista indiscusso, autore di una performance magistrale che in più di un’occasione porta lo spettatore a mettere in dubbio il confine tra attore e personaggio, tra realtà effettiva e realtà scenica. Thomas Shelby è una personalità segnata da mille contraddizioni, all’interno della quale convivono raziocinio e superstizione, un forte sistema valoriale e un’indole violenta, una ferocia senza eguali e un’amorevolezza di pari intensità. Paradossalmente, è proprio questa sua natura discorde e incongruente a garantire, non solo un fermo autocontrollo, ma anche l’equilibrio all’interno della Shelby Company, questa volta scossa da una minaccia che viene dall’esterno. Equilibrio che, naturalmente, rischia di essere soltanto un ricordo lontano in seguito al “tradimento” da parte di Tommy avvenuto nel finale di puntata. Volendosi soffermare sulla sopracitata minaccia esterna, è interessante notare come Peaky Blinders sia riuscito a calarsi all’interno di un scenario, quello dell’intrigo internazionale, ben lontano dalla propria comfort zone, compensando questo suo tuffo in acque poco sicure con un focus sulle questioni relative a classi e strutture sociali dell’epoca, tematiche che, non solo hanno reso ancor più credibile la narrazione, ma hanno anche favorito la creazione del miglior contesto possibile entro cui far muovere i protagonisti della serie.
Se le rivolte popolari, la lotta di classe e le battaglie femministe rappresentano lo sfondo, il vero fulcro attorno al quale ruotano le vicende degli Shelby è un altro: nascita, espansione e crollo di un impero. Con il trascorrere del tempo (e questo lo show ce lo ha mostrato in maniera più che evidente) gli imperi diventano troppo grandi, corrotti, difficilmente gestibili e infine, travolti dalla loro stessa imponenza, crollano. Con questa terza stagione gli autori hanno così cercato di esprimere tutte le paure relative all’espansionismo, utilizzando Tommy come strumento – e vittima sacrificale – per impartire un’importante lezione: nell’oscurità del profondo oceano di criminalità in cui gli Shelby sguazzano oramai da anni, occorre sempre tenere a mente i rischi derivanti da un comportamento azzardato, a maggior ragione se le persone con cui si ha a che fare sono coinvolte in complotti governativi con enormi implicazioni geopolitiche. Una lezione che Thomas, attraverso il “tradimento morale” ai danni della sua famiglia, ha dovuto imparare a sue spese, regalando allo spettatore un cliffhanger degno di questo nome, dotato di un’incredibile carica emotiva – quasi al pari della prematura scomparsa di Grace – e soprattutto in totale opposizione alla consolidata fedeltà familiare, su cui Thomas erge la sua struttura valoriale, spiazzando tutti con la scioccante rivelazione conclusiva: “I’ve made a deal with people even more powerful than our enemies“; rivelazione che, inoltre, svela la particolare condizione emotiva del capofamiglia Shelby, una rassegnazione imputabile allo stato di sottomissione nei confronti di un nemico al di sopra delle sue possibilità.

How many fathers, right, how many sons, yeah, have you cut, killed, murdered, fucking butchered, innocent and guilty, to send straight to fucking hell, ain’t ya? Just like me! You fucking stand there, you judging me, stand there and talk to me about crossing some fucking line. If you pull that trigger, right, you pull that trigger for a fucking honorable reason. Like an honorable man, not like some fucking civilian that does not understand the wicked way of our world, mate.

Peaky Blinders trae tutto il suo fascino da una struttura narrativa apparentemente complessa, caratterizzata da un insieme di situazioni impossibili al termine delle quali, però, lo status quo dei vari personaggi rimane sempre e comunque immutato: Thomas, il leader a capo della Shelby Company; Polly, matrona e braccio destro a cui spetta un ruolo critico per quanto riguarda l’operato del capofamiglia; Arthur e John, fratelli ribelli, ma in ultima istanza soldati al servizio del loro comandante; infine Micheal, erede al trono ideale, sospeso in equilibrio tra legalità e illegalità, moralità e retaggio familiare.
In ultima analisi, anche questa settimana, un elogio va (obbligatoriamente) speso nei confronti del personaggio interpretato da Tom Hardy, al centro, insieme a Cillian Murphy, di una delle scene più belle viste finora all’interno della serie. Alfie Solomons e Thomas Shelby si rendono protagonisti di una scintillante disquisizione riguardante la propria bassezza morale, che si conclude con un’inaspettata riconciliazione finale tra i due character. Solomons, per nulla intimorito dalla possibilità di essere ucciso da Tommy, accetta di buon grado la sua dipartita, a patto che però questa avvenga per un motivo rispettabile e non per mantenere una tregua oramai solo illusoria. La spavalderia mostrata dall’ebreo errante, conscio della gravità del suo tradimento, ma per nulla disposto a essere giudicato da una persona come Thomas, riesce a far toccare picchi di epicità difficilmente raggiungibili in una serie televisiva, rendendo giustizia al talento indiscutibile dell’attore britannico.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tutto
  • Nulla

 

Come previsto, Peaky Blinders chiude questa terza annata a punteggio pieno, facendo l’en plein grazie al sesto bless stagionale consecutivo. La serie, già rinnovata per altre due stagioni, ha dimostrato quest’anno di poter offrire molto ai suoi spettatori nonostante il limite dei sei episodi e la necessità di esplorare universi tematici nuovi senza comunque distorcere la struttura originale dello show. Anche quest’anno la fine è giunta fin troppo rapidamente e, purtroppo, per rivedere i nostri amati Peaky Blinders e scoprire che ne sarà della Shelby Company, dovremo aspettare maggio 2017.

 

Episode Five 3×05 ND milioni – ND rating
Episode Six 3×06 ND milioni – ND rating

 

Quanto ti è piaciuta la puntata?

Nessun voto per ora

Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

Rispondi

Precedente

Outcast 1×02 – (I Remember) When She Loved Me

Prossima

Outlander 2×10 – Prestonpans

error: Nice try :) Abbiamo disabilitato il tasto destro e la copiatura per proteggere il frutto del nostro duro lavoro.