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Blindspot 1×08 – Persecute EnvoysTEMPO DI LETTURA 4 min

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Blindspot è un punto cieco: appena ci sembra di vedere un po’ di luce, svoltando l’angolo, ci rendiamo conto di non avere via d’uscita. È un castello dei destini incrociati, per dirla come Italo Calvino, un intricato labirinto in cui vi è nascosto un terribile Minotauro, una tela di ragno in cui si rimane imbrigliati. “Persecute Envoys”, riprendendo le fila da dove eravamo rimasti (il cliffhanger di “Sent On Tour“), continua ad indagare su Saul Guerrero e sull’operazione “Daylight”. La puntata si apre con un dialogo/scontro tra Mayfair e Weller: l’uomo non riesce a concepire che la sua Mentore, colei che ha sempre guardato con stima e rispetto, gli abbia mentito. Non ci sono solo due persone diverse l’una di fronte all’altra, ma anche due modi di lavorare e di vivere a confronto. Se Weller è un poliziotto senza macchia e senza paura, intransigente con chi sbaglia, Mayfair è consapevole che nel loro lavoro i limiti sono labilissimi, molto spesso bisogna chiudere un occhio e talvolta varcarli. Se l’uomo, sempre ligio al dovere e moralmente ineccepibile, perde fiducia in chi non si dimostra completamente pulito (il padre, Mayfair), il vicedirettore dell’FBI invece per arrivare ai suoi scopi userebbe qualsiasi mezzo (Guerrero diventa una sorta di copertura, una pedina in una cospirazione), addirittura bypassare la burocrazia – perché mettere in prigione i criminali è l’importante. La serie torna indietro di cinque anni per spiegarci meglio le ragioni e le “scuse” trovate da Mayfair per partecipare all’operazione e dà risposta a tante domande che per molto puntate ci hanno tormentato – una fra tutte, Cosa nasconde quella donna d’acciaio? E’ una sodale? O dobbiamo guardarcene?.
I flashback, che rompono la narrazione, ci aiutano a capire, non solo l’origine del Male di Blindspot, ma anche quella di Mayfair che ci è sembrata sempre fredda, dura, intransigente, il più delle volte senza un motivo. La relazione con il vicedirettore degli Affari Pubblici, Sofia Varma, una delle protagoniste dei ricordi della donna, la ha profondamente segnata – la parentesi amorosa rende più umana il vicedirettore dell’FBI. Scopriamo i segreti di Mayfair, a poco a poco, come se stessimo sollevando un velo impalpabile sotto al quale si nascondono dubbi, perplessità – legate al metodo con cui agiscono Varma e Carter, vicedirettore esecutivo CIA -, e i dolori – la morte di Sofia.
Il caso della puntata, legato a uno dei tatuaggi di Jane (il coltello da macellaio con il numero 65), riguarda due poliziotti, Schultz e Garrigan, uccisi a mo’ di esecuzione, forse per vendetta perché facevano parte del gruppo “I Macellai Di Brooklyn” (nome inventato dalla comunità), forse per qualche altro motivo – la squadra pensa che chi ha tatuato Jane abbia previsto le morti dei due. In questo modo Blindspot indaga ancor di più sulla corruzione della polizia e sul razzismo, che spesso esiste purtroppo, anche nelle istituzioni. Il sospettato, il giocatore professionista di football americano, non è il vero colpevole; una falsa pista ha portato l’intera squadra a lui – in realtà il colpevole è la vittima di un complotto uomo mangia uomo – ma a svelare l’errore sarà la morte di una giovane poliziotta. Si corrompe, si è corrotti; è sempre più evidente quanto nella società ci sia un virus terribile che striscia, si avviluppa, stritola chiunque. Colpi di pistola, inseguimenti, sangue avanzano uno dopo l’altro  in una sorta di reazione a catena. Weller suppone che il prossimo tatuaggio porterà a Mayfair, proprio per il suo passato e i segreti nascosti.
Un altro elemento fondamentale è il dialogo tra Jane e Kurt in cui la donna consiglia all’uomo di dare una possibilità al capo dal momento che tutti hanno il diritto di sbagliare almeno una volta – probabilmente la blacklist in corpore fa riferimento proprio a se stessa, l’avevamo vista temere di essere stata una persona cattiva – per poi redimersi.
“Persecute Envoys” va su due binari, da una parte offre allo spettatore nuovi indizi, utili per scoprire qualche tessera di quel puzzle che è Blindspot, dall’altra mostra una Jane nuova che si integra sempre di più con la squadra (l’esercitazione corpo a corpo con Zapata e l’uscita con le colleghe). Ancora poco invece si sa sulla sua vita e ancor meno si comprende del rapporto tra il tenebroso Weller e la donna tatuata.
Grazie a “Persecute Envoys” riusciamo ad avere qualche elemento in più per capire meglio i personaggi, le relazioni tra essi e riusciamo ad intrecciare trame e sottotrame.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Mayfair
  • L’uscita tra Patterson, Zapata e Jane
  • Il tatuaggio del coltello da macellaio
  • Weller ligio al dovere
  • La tematica della corruzione
  • Scarsa aderenza alla realtà
  • Si tende ad annacquare le storie

 

Blindspot resta un prodotto che si fa vedere, ma che ha molte fragilità – prima fra tutte una scarsa aderenza alla realtà – e che spesso apre molte porte senza farci vedere cosa ci sia dietro. La cosa sicura è che il cast sa fare il suo lavoro.

 

Sent On Tour 1×07 8.02 milioni – 2.2 rating
Persecute Envoys 1×08 7.67 milioni – 2.2 rating

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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