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Supernatural 11×04 – BabyTEMPO DI LETTURA 4 min

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On April 21, 1967, the hundredth millionth GM vehicle rolled off the line at the plant in Janesville. Three days later, another car rolled off that same line. This 1967 Chevrolet Impala would turn out to be the most important object in pretty much the whole universe.

Preannunciato con grande clamore in Internet da diverse settimane e sponsorizzato con lo slogan “It’s all from the point-of-view of Baby“, Supernatural presenta il suo primo vero episodio dedicato all’Impala, un episodio dai tratti claustrofobici che è praticamente ambientato solo all’interno della macchina e che, proprio per questo motivo, lo rende speciale, audace e uno dei migliori dell’ultimo lustro. Già, avete letto bene: lustro.
Si capisce subito che “Baby” non sarà un episodio come un altro fin dalle prime inquadrature e questo è un bene perchè le puntate realizzate per essere degli “esperimenti” sono quasi sempre (è meglio dimenticare di aver visto “Bitten“) le migliori . Siamo alla 222° puntata e per la prima volta si tenta, con successo, di realizzare un intero episodio all’interno dell’Impala. Ovviamente ci sono dei momenti in cui la forzatura è palese ma nel complesso tutto viene perdonato per il modo in cui è stato realizzato e per il clima che si respira anche attraverso lo schermo: la passione trasuda da ogni pixel.
È normale porsi certe domande dopo un paio di stagioni, figurarsi dopo 11 anni, domande come:

  • What happens in the moment when they agree to take a case and normally you cut to whatever and they’re walking in?
  • “What if you stayed in the Impala for another five minutes? What do they talk about then?

“Baby” risponde esattamente a tutte queste domande e lo fa con astuzia, leggerezza e tanta malizia perchè di fatto questi 40 minuti sono una lettera d’amore all’Impala, come simbolo, e ai fan, storici e recenti. Assistiamo a quello che è a tutti gli effetti un “behind the scenes”di un episodio, quasi come se fossimo in un reality o guardassimo il DVD con le scene tagliate di una puntata. Abituati come siamo a vedere i classici cambi di scena con Dean e Sam che escono dalla macchina o ci entrano e si dirigono verso nuove scene del crimine, praticamente abbiamo assistito (giustamente) sempre e solo agli “highlights” delle conversazioni e mai alle normali azioni quotidiane o alle chiacchiere da bar. Detto, fatto: siamo stati accontentati.
È ovvio che per realizzare un episodio con riprese totalmente interne all’Impala si debba cedere a compromessi e forzature ma, in quest’ottica e con questo fine ultimo, viene perdonato tutto. Assistere agli scontri con i Werepire/Ghoulpire/Nachzehrer nei sedili posteriori è chiaramente costruito appositamente perchè in 11 anni si possono contare sulle dita di una mano le scene simili ma, come si diceva, è tutto ampiamente perdonato visto il concept. Al contrario invece è molto apprezzabile la decisione di mostrare anche scene in esterna ma viste dal punto di vista dell’Impala, quasi come se noi, pubblico non pagante, fossimo dei passeggeri silenziosi all’interno della macchina.
Encomiabile come realizzazione, discutibile il fatto di non averci pensato prima.

But I’m telling you, Sam. The Darkness? It’s on us. And no one’s gonna help us, certainly not God, so we’ll have to figure this thing out, like we always do. But until then… We hunt.

Si potrebbe pensare che “Baby” sia un filler ed in parte lo è anche perchè non muove la trama orizzontale ma tra le varie cose che succedono all’interno dell’Impala c’è il tempo anche per parlare di quanto sta accadendo. I momenti di semplice discussione tra Dean e Sam sono anche i più alti dell’intero episodio, non tanto perchè venga detto qualcosa di nuovo quanto perchè viene mostrata l’umanità e la fragilità dei Winchester, totalmente privati di quell’aura di immortalità che li avvolge di solito. Qui, per una volta, si ritorna a parlare dei problemi senza pressione, senza filtri, totalmente in maniera sincera. Chiamatelo “confessionale” se volete ma è nell’Impala che avviene veramente la magia.

Let’s go home.
We are home.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Regia semplicemente perfetta
  • Mai un momento di noia nonostante l’ambientazione claustrofobica
  • Umorismo all’ennesima potenza
  • Sogno-visione di Sam: “God helps those who help themselves
  • Castiel che continua a parlare anche se nessuno lo sta ascoltando
  • I’m not sure how orange correlates with black in a way that’s new.” “Step away from the Netflix.
  • Si poteva evitare la parte relativa alla parcheggiatrice con l’amica

 

Che è uno dei migliori episodi dell’ultimo lustro lo abbiamo già detto?

 

The Bad Seed 11×03 1.59 milioni – 0.6 rating
Baby 11×04 2.04 milioni – 0.8 rating

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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