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Community 6×06 – Basic Email SecurityTEMPO DI LETTURA 6 min

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Community 6x06 - Basic Email Security
Immaginate che un vostro amico o amica venga da voi e vi chieda qualche informazione su Community: com’è, come non è, di che parla, cosa si deve aspettare, quanti episodi sono e così via. Dopo avergli dato tutte le informazioni tecniche possibili e immaginabili, immaginiamo ancora che il/la suddetto/a amico/a vi chieda di suggerirvi la visione di un episodio “identificativo”, cioè un episodio che cattura perfettamente le caratteristiche basi della serie: vi chieda, insomma, la visione di un episodio che il/la vostro/a amico/a possa considerare come esempio per capire l’anima dello show. Dalla visione di un solo episodio, ovviamente, non si possono carpire tutte le varie sfumature di Community o di qualsiasi altro show, bisognerebbe guardarsi almeno una stagione intera (possibilmente, partendo dalla prima) per avere ben chiara l’identità di un telefilm; ma fortunatamente, per tutti quelli che vogliono il massimo risultato con il minimo sforzo, c’è “Basic Email Security”.
In verità, nel corso di questa sesta stagione, abbiamo già avuto modo di assistere ad un episodio “identificativo” dell’anima di Community. Ma mentre “Basic Crisis Room Decorum” era più un tributo alla sitcom stessa (in quanto festeggiava il 100° episodio della serie) e alle proprietà che l’hanno resa unica e particolare, “Basic Email Security” si presenta invece come un open day dedito a presentare e meglio spiegare queste sue caratteristiche. In breve: “Basic Crisis Room Decorum” = omaggio a Community, “Basic Email Security” = manifesto di Community; e una delle parti più importanti del manifesto della sitcom di Yahoo! è la sua relazione tra realtà e sua rappresentazione, relazione che sfocia sempre nella rottura della quarta parete. Una delle caratteristiche principali e più amate dal pubblico (e dagli autori della serie) è la capacità di Community di porsi ad una sottile linea di confine tra la nostra realtà e quella compressa nel piccolo schermo; è su questa caratteristica che, più in questo episodio che in molti altri, gioca il tutto e per tutto, costruendo un’episodio a strati dai vari aspetti parodistici.
Al livello inferiore di questo episodio a strati abbiamo la conclusione (a detta di Abed) di una trilogia di episodi in cui i segreti dei protagonisti vengono messi a nudo e alla portata di tutta Greendale, ma contemporaneamente, a livello di produzione seriale, il sesto episodio della sesta stagione sancisce il secondo capitolo di una probabile trilogia che Community dedica a se stessa. Prima l’omaggio con “Basic Email Security”, poi il manifesto con “Basic Email Security”, entrambe collegate dall’obiettivo comune di riportare in scena lo spirito del vecchio Community; non a caso, entrambi i titoli iniziano con la parola “basic” ed eleggono come protagonista principale un personaggio rappresentativo dello show, che in questo caso è Britta. Con il susseguirsi degli episodi, Britta ha subito una involuzione portandola lontana dalla originale caratterizzazione, che qui non diciamo torni ai fasti dell’epoca, ma poco ci manca (vedi il discorso sugli Americani), ponendosi comunque come perfetto personaggio per sottolineare il ritorno alle origini. Sempre a questo livello, abbiamo anche lo sportivo sfottò che la sitcom rivolge verso altri fenomeni di culto, come Marvel’s Avengers e True Detective: sopratutto questo viene preso di mira nella scena finale dell’episodio, in cui viene parodiato il discorso di Rust Chole che ha fatto il giro del web e non solo.
Al livello intermedio, abbiamo la relazione tra Community, il pubblico e l’opinione che il pubblico ha di Community, rappresentata in modo figurativo nella sequenza in cui il cast di protagonisti è rinchiuso nell’aula con il discutibile comico razzista che pare suscitare solo le risa di Chang. Anche se non è stato intenzionale, non possiamo non vedere: 1) un più che palese riferimento alle vicende legate alla cancellazione della serie da parte della NBC e il suo salvataggio da parte di Yahoo!, quando si parla dell’annullamento della comedy night organizzata da Greendale; 2) un altro più che palese riferimento alla reazioni dei fan dovuto al cambio di registro nella comicità e nelle trame della serie avvenute nelle infamate quarta e quinta stagione. Questo segmento ricorda molto quella pagina nera della storia di Rat-Man, riconducibile al periodo in cui nacque la serie animata basata sulla creatura di Leo Ortolani che, a detta di Andrea Plazzi, venne creata “con il solo scopo di far venire i capelli bianchi a Ortolani”; entrambi, sia Rat-Man che Community hanno scelto di non dimenticare questa pagina discutibile della loro storia, ma di interiorizzarla e abbracciarla come chiunque scenda a patti con i propri difetti e portarla come parte di sé: una parte di certo non felice, ma chi non ha avuto momenti bassi e bui nella propria vita?
Al livello superiore, abbiamo la critica/parodia al celeberrimo evento conosciuto come “Sony Hack”, in cui vennero hackerate e rese pubbliche lo scambio di mail avvenute tra Amy Pascal (chairwoman della Sony) e Robert Iger (chairman della Walt Disney Pictures/Marvel Studios) riguardo alla cessioni dei diritti cinematografici dell’Uomo Ragno e la sua introduzione nel Marvel Cinematic Universe. Un plauso non solo va alla Sony per aver dato il permesso alla crew della serie di poter trattare e prendere un po’ in giro l’accaduto, ma anche alla crew stessa per aver azzeccato il giusto dosaggio tra parodia e critica. Attraverso il leak che mette a nudo tutte le mail private degli studenti di Greendale, non solo assistiamo a dei fantastici ed esilaranti battibecchi tra i protagonisti, ma una ridicolizzazione stessa degli hacker e dei loro “servizi” spesso dannosi; ma parallelamente alla risate, quando il fragoroso suono delle stesse cessa, ci si rende conto di come una certa privacy, mezze verità e bugie di comodo siano vitali per una convivenza pacifica, ma anche come queste siano spesso rovinate da qualcosa di cui noi stessi dimostriamo saper usare male: la tecnologia. Poteva essere una cosa come un’altra, ma di questi tempi è stato ampiamente dimostrato come non è la tecnologia stessa ad essere “il male”, quanto chi e come la su usa.
Sempre a questo livello, abbiamo anche la ricerca forzata di un qualche tipo di morale per non snaturare troppo l’essenza stessa del format sitcom, il quale può essere considerato come una favola leggera da cui trarre qualche insegnamento; in effetti, è difficile trarre un insegnamento generale da “Basic Email Security”, forse perché con questa puntata Community voleva esaltare anche il suo lato cinico e disincantato, sottolineando come (a volte) le cose accadono senza una ragione e in modo caotico, e il solo cercare di mettere ordine nel casino e trarne un qualche tipo di significato peggiora le cose e si è costretti ad accontentarsi di un messaggio abbastanza qualunquista (“il crimine non paga!”).

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Manifesto della serie
  • “Siamo Americani, nessuno ci dice di stare zitti!”
  • Parodia a True Detective finale
  • Giusto dosaggio tra comicità e critica
  • Parodia del Sony Hack
  • Episodio a più strati
  • Metà-Narrazione a manetta
  • Nulla

 

Potremmo star qui a girarci intorno, ma “Basic Email Security” è semplicemente l’episodio manifesto di Community. Ok, lo ammettiamo: in verità avevamo pensato ad una conclusione molto più lunga, ma stiamo aspettando il vostro hack e successivo leak su Internet.

 

Laws Of Robotics And Party Rights 6×05 ND milioni – ND rating
Basic Email Security 6×06 ND milioni – ND rating

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