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Person Of Interest 4×16 – BluntTEMPO DI LETTURA 5 min

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Non fatevi ingannare dal titolo, qui di James Blunt non c’è neanche l’ombra di una canzone. “Blunt” piuttosto è un aggettivo che sta ad indicare un qualcosa di “non affilato”, qualcosa che non taglia più e che di conseguenza ha perso di valore oltre che di utilità. Questa descrizione, volente o nolente, si accosta perfettamente alla status quo di Reese, Finch e Fusco, ormai privati a tempo indeterminato di Shaw e, per conseguenza diretta della scelta compiuta alla fine di “M.I.A.“, anche di Root, ormai tornata ad agire da solista nel machiavellico mondo dove regna sovrano Samaritan coadiuvato da Greer e Decima.
Il team di Finch, ridotto all’osso come nelle prime stagioni, non ha più mordente, e l’ha perso non tanto perchè si era adagiato sugli allori di 4 mani armate in più, quanto per il fatto che il mondo in cui operava il dinamico duo (e mezzo) era molto più “semplice” e privo di sorprese. Con la nascita di Samaritan e la presa di potere “legale” di quest’ultimo, oltre a dover comunicare per vie alternative per non essere rintracciati, deve ora agire in maniera più prudente, più astuta per certi versi ma per altri sicuramente più libertina. Sparita o, per meglio dire, accantonata la storyline inerente Shaw, Decima e Samaritan, ritorna più che mai attuale il “problema” noto come DoMINIc e con esso il lato libertino di cui abbiamo appena accennato.
I fronti su cui Finch, Reese e Fusco devono lavorare sono molteplici e, per riuscire a mantenere il più possibile inalterato l’ecosistema, da qualche parte bisogna pur venire a patti, prima di tutto con sé stessi, ed in seconda battuta con il diavolo di turno. “Blunt” infatti è un preludio ad un futuro ed inevitabile faccia a faccia tra Elias e DoMINIc che non tarderà molto ad arrivare. Con Elias ormai c’è una sorta di accordo di cooperazione che va avanti da molto tempo ma che non è mai stato siglato a cuor leggero. Finch e Reese hanno dovuto scegliere di sopportare il male minore, quello che in teoria potevano controllare a distanza. La mafia c’è sempre stata e ogni volta che si crea un vuoto di potere si manifesta sempre un nuovo pretendente al trono, è stato così con Elias e sta accadendo lo stesso dopo Elias. DoMINIc sta infatti provando, con successo, a conquistare i traffici della Grande Mela ma ovviamente è un “diavolo” di cui al momento non ci si può fidare e che non si fa scrupoli ad uccidere persone per necessità.
Con le risorse attualmente a disposizione del gruppo, e privati di due forze come Root e Shaw, la collusione tra le due parti sembra ormai una cosa certa perché necessaria e perché, come già detto, rappresenterebbe il male minore. Il tutto ovviamente parte da uno scambio di battute che dà inizio di fatto alle trattative e che merita di essere riproposto.

Riley:You and me, this isn’t personal. It’s just that you keep trying to hurt people and I don’t like when people get hurt.
DoMINIc:Why does Elias get a pass?
Riley:Well, he and I have an understanding. He stays out of my way and I stay out of his.
DoMINIc:That right”
Riley:That’s right. That’s how it works with Elias.
DoMINIc:But as for us, if I stay out of your way, you’ll show me the same respect?
Riley:As long as you stop trying to kill innocent people.

Le analogie con i dialoghi tra Elias e Finch si sprecano, lì il tenore delle frasi, i latinismi ed i sottotesti si sprecavano, qui, cambiando anche background, è necessario abbinare a DoMINIc qualcuno che parli esattamente come lui, e Reese in tutto ciò è il più idoneo. Bastano poche righe per capire quanto siano cambiate le cose, quanto siano peggiorate se viste da una prospettiva meramente purista della giustizia, quanto il male minore (Elias) rappresenti sempre di più una sfumatura di grigio nell’oceano delle scelte giuste che compongono il bianco ed il nero. L’obiettivo ormai è quello di contenere il più possibile il dilagarsi dell’oscurità, delle tinte di nero, e per farlo bisogna macchiare il bianco, sporcarlo, infangarlo, il tutto per riuscire a mantenere le cose il più chiare possibili. Come dice il proverbio “If you can’t beat them, join them/Se non puoi batterli, unisciti a loro” e questa è una massima con cui Finch e Reese stanno venendo a patti, anche se molto difficilmente.
È in questa prospettiva che va visto il team-up con la new entry nota come Harper, o come preferite chiamarla. “I steal from criminals ‘cause they don’t call the cops, I don’t plant roots so I can bail at a moment’s notice.” è così che si autodescrive il nuovo possibile alleato/nemico del dinamico duo, come un camaleonte che vive al limite della legalità e che, proprio per questo motivo, rientra di diritto nell’area di giurisdizione entro cui Finch e Reese vorrebbero ma non possono più lavorare. In termine tecnico si potrebbe parlare di Harper come di un “asset”, in termini pratici bisognerà attendere e vedere in quale lato sceglierà di stare, se il grigio chiaro o il grigio scuro.
Ormai è a questo che i nostri si sono ridotti: mezze vittorie o sconfitte complete. La vita ai tempi di Samaritan non è facile, si prova a combattere come si può ma effettivamente la linea di demarcazione che definiva il buono dal cattivo è venuta completamente meno, almeno per Reese il detective Riley e Finch.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Faccia a faccia tra Reese e DoMINIc
  • Possibile nuova alleata per Finch/Reese/Fusco
  • Molto ben tratteggiate le difficili scelte compiute da Reese e Finch
  • DoMINIc continua a guadagnare in carisma
  • Harper: fin troppo sfuggevole e fin troppo “confident” il modo in cui è stata ammessa negli alloggi del potere di Finch
  • Una comparsata di Elias non avrebbe guastato

 

Riallacciare i fili dimenticati della storyline urban di Person Of Interest dimenticandosi dei problemi macroscopici non è mai facile ma “Blunt” funziona e stuzzica l’appetito di tutti. La vita quotidiana è difficile e mai come ora si sente il bisogno di un aiuto dall’esterno visto che lo scontro tra Elias e DoMINIc è alle porte.

 

Q&A 4×15 9.17 milioni – 1.6 rating
Blunt 4×16 9.63 milioni – 1.7 rating

 

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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