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Doctor Who 8×07 – Kill The MoonTEMPO DI LETTURA 6 min

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“In mid 21st century, humankind starts creeping off into the starts. Spreads its way through the galaxy to the very edges of the universe. And it endures till the end of time.”

Guardare la Luna non sarà più la stessa cosa. Il processo di distorsione della realtà che Doctor Who sta applicando nelle nostre labili menti procede spedito. Non bastava guardare con sospetto qualsiasi tipo di statua, ora sappiamo che tra 35 anni il nostro satellite preferito si schiuderà. Bene.
Detto questo, e tornando seri per un attimo, “Kill The Moon” ci conferma alcune considerazioni riguardo l’andamento di questa stagione. Come già detto la scorsa settimana, è palese come oramai si stiano conservando le cartucce migliori (leggi: elementi della mitologia del protagonista) per altri momenti, sfogando la voglia di abbandonarsi a leggere avventure di stampo classico (anche se poi per certi versi, come vedremo più avanti, non è proprio questo il caso). Ed in questo modo è inevitabile un’alternanza tra situazioni più intense ed epiche (8×02, 8×04, 8×05, 8×07) e situazioni più leggere (8×03, 8×06), sempre considerando la 8×01 come episodio a parte che attinge alla mitologia della serie.
Superata dopo un po’ la perplessità sulla reazione all’acqua di rose di Courtney (giustificata poi con la rapidità, quasi fretta, con cui la sceneggiatura concentra tantissimi elementi nei minuti iniziali) abbiamo modo di apprezzare la presenza della giovane studentessa. Questa volta il Dottore non è una figura ammiccante e rassicurante, non se la sente di elargire “per me siete tutti speciali” a tutta l’umanità, come era solito fare in passato. E decide di sfogare questa timidezza (perché di timidezza si tratta) facendo partecipare la ragazza ad un momento fondamentale per la storia dell’umanità. Risultano giustificate le continue apparizioni di Courtney in qualsiasi scena scolastica dei precedenti episodi e infatti eccola semi-protagonista di un’avventura nuova di zecca. L’alchimia con Clara e con il Dottore è molto buona, anche grazie all’apporto recitativo della giovane Ellis George. Chissà a cosa porterà la presenza di questo nuovo personaggio. Inutile aggiungere come due insegnanti (quando e se Danny si unirà all’equipaggio) e l’allieva, al seguito del Dottore, siano un amarcord pazzesco.
Le tematiche di “Kill The Moon” non sono proprio nuovissime: salvare una creatura, il libero arbitrio degli esseri umani, intervenire o non intervenire, Clara che fa qualcosa di importante. Il tutto è stato però montato in maniera particolarmente originale, vediamo perché. Come detto ad inizio recensione, la scelta di trasformare la Luna in un gigantesco uovo è roba grossa, poi comunque mitigata dalla deposizione di un altro uovo. Nell’atmosfera tetra ed estremamente spaziale di quasi tutto l’episodio, caratterizzato dalla predominanza cromatica di grigio e arancione, il clima è quasi totalmente apocalittico. Nel finale invece, con la scelta sopra citata, il tutto si apre in un balneare e luminoso azzurro e marroncino a segnare una fiabesca svolta. Ed infatti niente di nuovo: la dinamica sci-fi-apocalittico-fantascientifica, contrapposta con quella fiabesco-romantica, trova terreno fertile tra gli scrittori di DW (e non fa eccezione l’esordiente nella serie Peter Harness).
Ma la scelta di far schiudere la Luna e far uscire un grande “Lugia” (questa è per i fan dei Pokèmon) ha anche un grandissimo valore nell’universo whovian. Vedere qualcosa di così meraviglioso nel cielo, spingerà l’umanità a viaggiare sempre di più tra le stelle, e non solo sulla Luna come evidentemente da un’ottantina d’anni si stava facendo. Ed ecco che dieci anni dopo avverranno gli eventi di “Water Of Mars”. Se quelli saranno eventi futuri ed altrettanto decisivi per i terrestri, sono comunque eventi passati e serviti forse da lezione per il Dottore. Il Decimo si credette allora in grado di dominare e piegare anche importantissimi eventi storici, vedendo pagare cara la sua hybris. Questa volta invece, memore dei suoi “many mistakes” (come disse su “Deep Breath“), decide in maniera alquanto clamorosa di non intervenire. Chissà che non sia neanche un caso il riportare in auge argomenti come i “fixed points in time”, argomento cardine di “Fires Of Pompeii”, episodio a cui siamo ormai tutti molto interessati per evidenti motivi.
Ed infine Clara. Clara che di nuovo viene chiamata a compiere un atto decisivo. Dopo aver salvato il Dottore in vari momenti della sua vita, dopo aver suggerito di salvare Gallifrey, dopo aver implorato ai Time Lord di salvarlo, dopo aver suggerito al baby-Dottore di considerare la paura come sua companion, ecco che è lei, spingendo un semplice tasto, ad ispirare l’intera umanità a viaggiare per le stelle. Non male per una professoressa di inglese con meno di trent’anni. Potrebbe sembrare un po’ troppo, se non fosse che lei questa volta perde la pazienza. Non è più uno schema fisso ripetuto ad oltranza, ma un insieme di eventi che si accumulano portando ad una diretta conseguenza. Ha provato fino alla fine ad accettare la nuova e meno confortante personalità del Dottore, è entrata nel punto focale della sua vita professionale e sentimentale, ora basta essere manipolati per gestire importanti fatti universali. La sua reazione irosa (Jenna Coleman è brava brava brava) e forse anche un poco sconnessa, risulta come umanissima risposta a tutto ciò che ha dovuto attraversare ed affrontare. Per la prima volta, forse, assistiamo esplicitamente alla crescita di un personaggio. Inizialmente Clara era poco più che una ragazzina che si manteneva come baby-sitter, ora ha un lavoro fisso ed anche la sua vita privata ha preso un’importante svolta. Se la crescita di Martha era stata un po’ ingigantita (prima studentessa ed infermiera, poi importantissimo membro di importantissima organizzazione militare), quella di Clara viene riassunta, nel finale, in maniera intima e simbolica nel suo versarsi malinconicamente un bicchiere di vino, affacciandosi e guardando la Luna.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Clima oscuro e “grigio” all’inizio, fiabesco e luminoso alla fine
  • “My granny used to put things on Tumblr”
  • Importanza del finale nella storia dell’umanità e relativo legame con “Water Of Mars”
  • Apporto di Courtney
  • Come sempre, interpretazione di Jenna Coleman
  • Quasi tutto quello che dice il Dottore
  • Come sempre, le musiche di Murray Gold
 
  • Troppa rapidità iniziale, vizio abbastanza diffuso
  • Taglio netto alle reazioni di Courtney nei confronti dei viaggi nel Tardis (l’abbiamo solo sentita vomitare la scorsa settimana)
  • Nella velocità di scrittura, il personaggio di Danny viene inserito sempre con il contagocce (sicuramente andrà capito perché il suo è stato un “bad day”, qualora si riferisse a quello appena trascorso e non a quello quando lasciò l’esercito)

 

Niente da dire, L’episodio, pur presentando marchi di fabbrica molto usati in DW, li rimescola in una storia poetica ed originale. “Kill The Moon” non tocca la mitologia diretta del Dottore, come fatto in “Deep Breath” e “Listen“, ma sicuramente quella del suo universo narrativo, come in “Into The Dalek“. E per questo avrà lo stesso voto.
Piccola curiosità: l’episodio è stato girato a Lanzarote, località non inedita nel mondo di Doctor Who in quanto già vi era stato girato un serial nel 1983 con Peter Davison come Dottore. Parlo di “Planet Of Fire”, serial che segnava l’esordio della companion Peri.

 

The Caretaker 8×06 4.9 milioni – ND rating
Kill The Moon 8×07 4.8 milioni – ND rating

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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