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Boardwalk Empire 5×05 – King Of NorwayTEMPO DI LETTURA 7 min

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A tre puntate dal gran finale, il cerchio si sta chiudendo un po’ intorno a tutti i personaggi di Boardwalk Empire. Puntata dopo puntata, il senso di un inevitabile, grande scontro finale attanaglia lo spettatore mentre i personaggi si trovano artefici e vittime delle varie situazioni che si sono venute a creare. E non si può non pensare che anche quegli elementi che sembrano a sé stanti confluiranno nell’epilogo di questa storia. Una storia di gangster e criminali certo, ma anche una storia di uomini alla ricerca della propria identità e del proprio posto nel mondo.
Da Nucky alle prese con il padre di Mabel nel 1897, a Gillian alle prese con i trattamenti disumani nell’ospedale psichiatrico; da Chalky la cui unica ragione di vita è la vendetta, a Eli la cui unica ragione di vita è la famiglia ma riesce di nuovo a rovinarla.
Su tutti spicca, anche in questa puntata, la ricerca d’identità di Nucky, a cui quest’ultima stagione è praticamente un tributo da parte degli autori che cercano di condensare tutto quello che vogliono far sapere di lui nelle puntate che la compongono, tra situazioni odierne e ricordi del passato. E proprio dal passato parte la puntata, ma stavolta, dopo che nella precedente ci era stato mostrato come lo sceriffo Lindsay si rivolgeva affettuosamente al piccolo Nucky come “vice sceriffo”, si fa un bel salto di 13 anni al 1897 dove un Nucky giovane, ma adulto, è diventato davvero vice-sceriffo. Ora, qualcuno dia un premio a Meredith Tucker, la direttrice del casting per aver trovato un attore per interpretare il Nucky cresciuto, che potremmo tranquillamente credere sia il figlio di Steve Buscemi, se non fosse che sappiamo essere l’inglese Marc Pickering. E’ plausibile che abbia usato quei programmi di riconoscimento facciale che si vedono in CSI per confrontare le foto di Buscemi ventenne con quelle di un qualche database di attori, per trovare tale Pickering. Complimenti anche a quest’ultimo per aver interpretato alla perfezione le espressioni, gli sguardi, i movimenti e persino la voce del Nucky adulto di Buscemi, quasi al limite dell’imitazione. Unica nota stonata: la dentiera con tanto di canini sporgenti e bianchi che insieme ai capelli gellati all’indietro fanno tanto Conte Dracula nella pubblicità di un dentifricio. Passi il voler rendere un personaggio somigliante al suo doppelganger anziano, ma qui forse si esagera un po’.
“I don’t think you know what you are.” Forse è vero, ma Nucky sa chi vuole essere ed è per questo che chiede allo sceriffo Lindsay di poterlo aiutare anche negli affari per il Commodoro che “hanno leggi diverse”. Se all’inizio i flashback sembravano scene filler che non aggiungevano granché alla storia, c’è da dire che da un paio di episodi a questa parte si fanno molto più interessanti ed accattivanti, non solo per vedere gradualmente l’esplicarsi del self-made man Nucky ma anche per la storia con Mabel. Questa, presentataci nella prima stagione come il grande amore della sua vita, cattura subito l’attenzione dello spettatore a cui non può che far piacere conoscerne meglio la personalità e gli sviluppi, anzi facendo quasi rimpiangere del poco spazio ormai restante.
Il Nucky risoluto che si fa valere con il futuro suocero è lo stesso di “I will not rest until I see you in your graves.“, rivolto al buon vecchio Torrio, che con tutte le sue chiacchiere sull’andarsene in pensione in realtà è ancora nel giro e precisamente dalla parte di Luciano e Lansky, che accolgono la notizia della sua sopravvivenza all’attacco con l’espressione da “E chi è? Highlander?”
Sebbene la scena del dialogo Nucky-Torrio dovesse servire a far risaltare il suo “tradimento” successivo, è sembrata così simile a quella precedente  per come è stata costruita (location e posizioni dei personaggi, le stesse parole di Torrio sul ritirarsi o sull’accompagnarlo all’incontro) da risultare ridondante in definitiva.
Forse l’unico vero amico rimasto a Nucky, ora che anche Sally non c’è più, è Chalky. Ed infatti come amico lo tratta quando questi torna da lui. Una bellissima scena frutto della bravura e dell’alchimia dei due attori a cui bastano poche parole ma sguardi e espressioni decise a rendere l’idea del rapporto di rispetto e lealtà tra i due. Però, a testimonianza di come gli autori si stiano sbizzarrendo nell’inserire scene ad alto contenuto ansiogeno, che via via che ci si avvicina al finale non può che salire visto che probabilmente per molti personaggi la fine è dietro l’angolo, si noti la scena dell’arrivo del poliziotto al locale di Mickey. Nessuna musica, nessun dialogo teso e contemporaneamente nessun silenzio traditore ma solo i futili discorsi di Mickey accompagnati dal suono regolare, quasi a scandire il tempo, dei tasti del piano mentre viene pulito. Sarà per questo o anche perché nessuno si aspettava che uno come Doyle tradisse Nucky o Chalky che è stato quasi deludente vedere l’epilogo della scenetta.
How do you know which you are?“.  Il manicomio in cui Gillian è stata internata dopo il processo per l’omicidio del finto Jimmy si rivela la casa degli orrori che nell’immaginario comune quel tipo di luoghi rappresenta, dove non è detto che chi vi entri sia malato, ma di certo non ne uscirà sano. In particolare qui si fa riferimento a un vero ospedale psichiatrico del New Jersey di quegli anni, il cui responsabile era un dottore che, come il dottor Connor, credeva che la cura per le malattie mentali, così come per quelle fisiche, fosse da ricercarsi nel corpo e per estirpare questi mali procedeva all’estrazione di denti o organi, come la sventurata compagna di Gillian testimonia. Il suo personaggio ha subito un percorso del tutto altalenante nel corso delle stagioni tra periodi bui e periodi sereni; sarà interessante vedere quale sorte gli autori abbiano scelto per lei e come si inserisca nella storyline di Nucky.
Pezzo forte della puntata è sicuramente la storyline di Eli e Van Alden, che passando per la cena di famiglia in cui la tensione si tagliava con un grissino, grissino spezzato dalla signora Mueller, che se ne esce con un fine ed elegante: “Your man and I, we fucked.“, finisce in una stanza da interrogatorio. L’idea che, mantenendosi fedeli ai fatti storici per cui Capone a breve dovrebbe essere condannato per evasione fiscale, siano proprio loro due a contribuire a farlo è molto interessante. Sia perché, come personaggi inventati o comunque non strettamente legati alla realtà, sono “sacrificabili” non solo, come dice Van Alden, per l’indagine del’ FBI, ma anche per gli autori.
Nonostante in cinque stagioni non lo si è mai visto ridere, Van Alden è spesso protagonista dei pochi momenti “comici” dello show. Nello specifico di questo episodio: “I refuse to be ruled by fear.”  “Husband!” “Coming, dear!
Soprattutto in questa ultima stagione, permeata dalla sensazione costante di vicende che lentamente si sviluppano verso un epilogo d’insieme, gli autori hanno scelto, o forse sono stati spinti dalla quantità di personaggi e trame di cui tenere le fila, di disseminare indizi sui possibili eventi futuri, piccoli elementi (uno sguardo, un gesto, un’inquadratura particolare, un nuovo personaggio già dimenticato) che apparentemente sembrano insignificanti ma sono semi importanti, piantati nel terreno della storia dei personaggi.
A tal proposito, e si avverte che potrebbe essere uno spoiler, c’è una certa speculazione online in riferimento al ragazzo che si era offerto di lavorare per Mickey Doyle e che nella puntata di oggi aiutava Nucky con i vestiti del viaggio. Secondo alcuni si tratterebbe di nientepopodimeno che Tommy (presumibilmente col desiderio di vendicare il padre?) il che giustificherebbe anche il modo in cui lo guarda Nucky, come se gli sembrasse di averlo già visto.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Marc Pickering è quasi troppo perfetto nei panni di Buscemi-Nucky.
  • La presentazione di Mabel, che piace già
  • “Si basa tutto sulla fiducia, come l’Impero Romano!” “Vaglielo a dire a Cesare!”
  • Maranzano parlando degli attentati dice: “When one is sit on the throne, it is to be expected”. Ah, che bel monito sarebbe per tutti i re e le regine di Westeros e dintorni!
  • I denti di Nucky nel 1897
  • La scena con Torrio sembrava un remake della precedente
  • Ennesimo attentato a Nucky sventato da Arquimedes, che ha i sensi di un lupo praticamente
  • Va bene la rappresentazione realistica degli eventi ma non si sentiva il bisogno di vedere i problemi di costipazione di Capone

 

Tra scene ad alta tensione e tasselli della storia sparsi qua e là, “King of Norway” rappresenta un buon episodio che dà allo spettatore un quadro generale della situazione di tutti i personaggi sia nel presente che nel passato, che anzi finalmente risulta accattivante grazie alla scelta degli attori e all’arrivo di Mabel.

 

Cuanto 5×04 2.05 milioni – 0.8 rating
King Of Norway 5×05 1.94 milioni – 0.8 rating

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