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Suits 4×09 – 4×10 – Gone – This Is RomeTEMPO DI LETTURA 10 min

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Le due puntate finali della quarta stagione di Suits ci regalano una splendida prova d’attore per Rick Hoffman. E’ infatti sicuramente Louis il protagonista indiscusso di “Gone” e “This Is Rome”, magistralmente interpretato da Hoffman che in due puntate riesce a rendere lo spettatore terribilmente empatico con le emozioni che il personaggio sta provando. Perché è vero che dopo l’ennesimo errore (o scelta sbagliata, come puntualizza Jessica? Ci torneremo.) ossia l’aver confessato l’accordo a Woodall, non solo Jessica e Harvey hanno il diritto di sentirsi presi in giro e mettersi le mani tra i capelli, ma anche gli spettatori che, ancora, puntata dopo puntata faticano ad accettare questi scivoloni di Louis. “Di 10 cose fatte te n’è riuscita mezza e dove c’è uno strappo non metti mai una pezza!” gli dice Jovanotti Jessica. E’ anche vero però che grazie a quell’errore e alla sua intuizione riescono a chiudere la storia incastrando il vero “cattivo” che, plot twist inaspettato almeno quanto indifferente ai nostri occhi, è proprio Woodall. La scenetta di Harvey, Mike e Louis che mettono all’angolo Woodall davanti ad un deluso Sean Cahill è la classica scena badass di Suits che dà quel brividino di soddisfazione che ci piace tanto, sebbene nulla abbia a che vedere con la cacciata di Hardman.
Ah, quello schiaffo di Donna in pieno viso chi se lo dimentica? Detto ciò però, resta la solita amarezza nel vedere Louis mendicare perdono ai suoi idoli per ogni scelta sbagliata, fino all’ultimo “Please, just try” rivolto a Harvey affinché Jessica non lo licenzi. Che poi nemmeno il tempo di far arrivare Harvey nell’ufficio di lei che Louis già sa, e allora scrive le dimissioni in una toccante ma, nonostante questo, calibrata, lettera che si conclude con “Take care of my home.” E con quell’inquadratura finale di Louis in lacrime non potevamo che sentirci heartbroken anche noi.
Se “This is Rome” rappresenta il summer finale, in realtà una delle storyline principali si chiude già in “Gone” dove salutiamo i villain della stagione: Forstman-Cahill-Woodall. La sensazione è quella di tre personaggi poco sfaccettati e un po’ rigidi, quasi bidimensionali. Forstman è cattivo solo per il gusto di esserlo, messo lì per ingarbugliare la storia e dare, all’occorrenza, filo da torcere un po’ a tutti. Parte come uno che vuole farla pagare a Harvey (e chi non lo vuole in questo show?) ma finisce sulla strada sia di Mike che di Louis quindi non è l’antagonista personale che ha un preciso e riconoscibile motivo per avercela con uno dei protagonisti, è stato semplicemente messo lì a fumare sigari, fare lo sguardo compiaciuto ed irriverente da magnate della finanza e ad accettare qualsiasi richiesta in cambio di favori illegali/immorali senza a volte una precisa motivazione. Si poteva pensare che quelle comparsate di puntata in puntata servissero a preparare il personaggio in attesa di farlo diventare un vero antagonista principale e magari main character della seconda parte di stagione ma così non sembra, dato che sarà presumibilmente occupato a gestire l’accusa di corruzione con Woodall.
Quindi, villian number two: Eric Woodall. A vedere il finale della scorsa stagione ci si aspettava che il temibile pericolo provenisse da lui ed invece, fino a quando non diventa lo stratagemma per salvare la situazione dello studio diventando il cattivo che se la fa con Forstman, non ha nessuna rilevanza dato che passa la palla a Cahill, il villain number three. Con i suoi occhi di ghiaccio ed il sorrisetto malefico è un tipo di personaggio molto interessante: trattasi infatti del moralista (e cattivo solo nel senso che è un po’ ossessionato con i protagonisti, perché a ben vedere starebbe anche solo facendo il suo lavoro di tutore della legge), legato alla legge come se fosse una religione, offeso e deluso quando questa non viene rispettata, sempre in bilico tra il maniacale ed il normale. La sua storyline si riduce all’essere costretto a constatare che il suo amico Woodall è colpevole di quanto loro cercavano di accusare Harvey e colleghi vari. Se solo gli autori avessero concesso al personaggio più spazio e più interazioni al di là degli scambi, comunque apprezzabili, “Well, if it’s an invitation to your birthday party, I think I’m busy that day.” “That’s too bad. I promised the children a clown.” come pubblico avremmo avuto un atteggiamento diverso dall’indifferenza nei suoi confronti. Facendo il paragone con Hardman, “big bad” della seconda stagione, a questi antagonisti manca la caratterizzazione del personaggio che aveva portato il pubblico ad odiarlo e allo stesso tempo capirne la complessità in certe azioni. Inoltre è un po’ irrealistico che tutti se la prendano con lo studio per screzi personali del passato con Harvey, va bene tutto ma la professionalità dovrebbe essere il pane quotidiano.
A tal proposito plausibilissimo è che quel qualcosa successo dodici anni prima, di cui parlano Forstman e Harvey, venga a galla prima o poi. Se tutti quelli che finiscono “in bed with” Forstman non ne escono vivi quando sarà il turno di Harvey? Quest’ultimo è uno dei personaggi che è cambiato maggiormente dalla prima stagione e queste ultime puntate della quarta ne sono una conferma: con Mike ormai è bromance come non ci fosse un domani riuscendo a non scadere nel melenso dimostrando sempre di più, e ora anche a parole, l’affetto per Mike.

“Because sometimes brothers fight.” Dove sono i fazzoletti? Dove? Non ne avremo mai abbastanza di loro e bisogna dire che questa apertura di Harvey ai sentimenti non fa storcere il naso perché in qualche modo è sdrammatizzata dal personaggio stesso che ci scherza consapevolmente su, rendendola vera ma non pesante da digerire. Se l’apertura con Mike non può che farci venire gli occhi a cuoricino, quella altalenante con Louis è un po’ destabilizzante. Un odi et amo continuo a seconda di cosa fa Louis: quando sbaglia lo striglia come un bambino, quando fa qualcosa di utile che gli ricorda sè stesso lo osanna. Harvey è sempre alla ricerca di sé stesso negli altri, fin dagli inizi: “What are you lookin for?” “Another me.” e conseguentemente si relaziona solo con chi ritiene alla sua altezza. Ed è per questo che continuiamo a chiederci per quale motivo gli autori non decidono di premiare gli spettatori con la storyline che tutti vogliono: Donna e Harvey insieme come coppia. L’attesa aumenta il desiderio, lo sappiamo, ma quanto grande è questo nostro desiderio con un attesa di quattro stagioni costellata da allusioni e scene che “sembra che adesso ci scappa qualcosa ed invece no”? Perché illuderci sempre che qualcosa di nuovo capiti a Donna che invece è sempre lì con impeccabile stile e charme a tenere insieme la baracca e influenzare sapientemente le azioni di chi la circonda? Ci prova anche con Jessica ma questa è un osso troppo duro. Il personaggio di Jessica è stato intelligentemente portato avanti in questa stagione sul lato sentimentale solo per farne comprendere ancora meglio il suo commitment al suo studio e la capacità di separare emozioni e lavoro. Proprio per questo però ne esce come un personaggio forte ma allo stesso tempo fragile, in quanto è evidente che ci sono troppe cose che sfuggono al suo controllo, con tutti che fanno il contrario di quello che chiede o la mettono in discussione. Da questo punto di vista lo sguardo e la gelida risposta all’insistente richiesta di Donna di “salvare” Louis vanno intese come un’affermazione del suo potere come capo, forse più a sé stessa che a Donna. Ma come insegna Tywin Lannister al giovane Joffrey “Any man who must say ‘I am the king’ is no true king.” Chiudere una discussione sul nascere solo con la minaccia di licenziamento solo perché lei può farlo in quanto capo non è indice di potere ma di bisogno della sua affermazione, che non sono proprio la stessa cosa.
Louis: “This is Rome and I am a gladiator.” Mmmm… Really? Perché fino alla nona puntata non si direbbe. Forse volevi dire che diventerai un gladiatore. Meglio tardi che mai, caro Louis. Perché è solo in “This Is Rome” che, la disperazione dell’aver perso tutto deludendo le persone che amava, lo spingono a ritrovare un po’ dell’aggressività necessaria per stare nell’arena e non finire a lavorare a “Cincinnati which is like the American for Siberia“. Infatti, per non farci mancare nulla, il povero Louis prova almeno a risollevare la sua vita sentimentale andando a Boston a riconquistare Sheila ma lei spezza tutte le sue speranze chiedendogli “Hai deciso di venire qui prima o dopo che ti hanno licenziato?” E adios di nuovo, Sheila!
Come previsto quindi Sheila era solo un mezzo, inserito qua e là durante le puntate per non farla dimenticare allo spettatore; saltando tutti i passaggi di causalità, l’intento era arrivare a far finalmente scoprire a Louis che Mike non è mai andato ad Harvard. La puntata, carica di tensione, precipita dunque verso l’esplosivo finale. Tutti i semini piantati durante la stagione nel personaggio di Louis e nelle sue relazioni dovevano portare a questo: Katrina, la leale e fida aiutante disposta a rischiare la propria posizione per lui, Harvey nemico-amico fino alla fine “I may fight with him but he is still family.”, Mike che fa un accordo con Zane pur di aiutarlo, ed infine Donna e Jessica. La scena in cui Louis affronta Donna per avergli mentito tutto quel tempo professandosi sua amica è straziante, sia perché fa vedere come la fine di un’amicizia costruita puntata dopo puntata distrugga entrambi, lui per ovvi motivi e lei perché colpevole e consapevole, sia perché vedere Donna quasi spaventata e in lacrime (non finte come sa fare lei) è doloroso anche per noi.
Con Jessica, poi, la storia è diversa: lui vede lei umiliarlo, rimproverarlo come fosse un bambino per aver fatto quello che, mentre Harvey e Donna definiscono “errore”, lei definisce “scelta” per poi scoprire che anche lei ha fatto una scelta illegale: tenere Mike pur sapendo che era un imbroglione. Harvey, Donna, Mike, tutti hanno fatto degli errori ma Louis una scelta: scelta di fare l’accordo, di non dirlo, di cercare di nasconderlo. Ma non è anche quello che ha fatto lei? Qual è il confine tra errore e scelta sbagliata? Si potrebbe dire che entrambi siano stati forzati a fare quello che hanno fatto da ragioni diverse, ed era ormai troppo tardi per entrambi per tornare indietro, ma come aveva detto qualche puntata fa  Harvey a Mike: “You always have a choice.” Tuttavia le motivazioni non hanno importanza e Jessica non prova nemmeno a scusarsi perché sa che è sbagliato, lo ha sempre saputo, e il fatto di non essere riuscita a liberarsi di Mike la tormentava sempre, perché prima o poi qualcun altro l’avrebbe scoperto e allora sarebbero stati guai per lei e per lo studio. Gina Torres dà una splendida interpretazione di una donna con le spalle al muro, che sa che deve vergognarsi per quel che ha fatto ma sa anche che non lo deve dar a vedere perché è forte e nulla la scalfirà come nulla l’ha scalfita finora. Lo asseconda e gli dice che sa che non la manderà in prigione perché lui vuole qualcosa da lei “Cosa vuoi Louis?“. E la risposta è facile da immaginare per tutti: “Pearson-Specter-Litt.”, pronunciata con la stessa cattiveria con cui un Mangiamorte lancia una maledizione senza perdono.
E si torna all’inizio di stagione. Per vie inaspettate e controverse gli autori sono arrivati dove le premesse di inizio stagione sembravano portare: Louis name partner. Jessica lo permetterà? Lo sapremo solo con la seconda parte di stagione di Suits.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Rick Hoffman magistrale 
  • Confronto Luois-Donna / Louis-Jessica
  • Harvey e Mike sempre e comunque
  • “Then it’s settled: you are a nice pussy.”
  • Liquidazione degli antagonisti senza caratterizzazione dei personaggi
  • Sheila riappare e scompare di nuovo
Due puntate tese e intense che rispecchiano e concludono un mid-season buono, anche se non sempre eccellente, a tratti frettoloso nell’avvicendarsi degli eventi e plot twist, ma denso di sagaci dialoghi che tanto intrattengono il pubblico di Suits e personaggi alle prese con cambiamenti e sfide che hanno messo alla prova loro e le loro relazioni, in un mix equilibrato di legal e drama.

Exposure 4×08 2.59 milioni – 0.7 rating
Gone 4×09 2.58 milioni – 0.8 rating
This is Rome 4×10 2.76 milioni – 0.8 rating

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