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Downton Abbey 5×01 – Episode OneTEMPO DI LETTURA 9 min

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I feel a shaking of the ground I stand on. […] The nature of life is not permanence but flux.”
Flusso, movimento, cambiamento. Il cambiamento è nei tempi, nelle persone, nei sentimenti e in definitiva nella natura stessa della vita, può essere terrificante o spasmodicamente desiderabile ma è comunque un fenomeno ineluttabile a cui tutti devono sottostare per essere parte del mondo in cui si vive. Lo sanno bene i personaggi di Downton Abbey e i suoi spettatori che, con essi, hanno visto in 4 stagioni il susseguirsi di eventi e cambiamenti storici, personali e relazionali. All’alba di questa quinta stagione che inizia nell’anno 1924, sono passati dodici anni da quando la notizia del naufragio del Titanic, nel quale persero la vita gli eredi diretti della Abbey, aveva scombussolato per sempre la famiglia Grantham. Usando la terminologia inglese che distingue tra “story” e “history”, possiamo dire che l’arrivo del cugino Matthew, nuovo erede di diritto, fu solo il primo tassello di una “story” che si è armoniosamente inserita fino a fondersi e confondersi nella “history” non di un Paese, bensì di un intero mondo. Tant’è che Downton Abbey può essere definita una saga familiare, ma, in quanto inscindibile dal periodo storico in cui si trova, è anche una serie storica, perché racconta la storia di una famiglia, ma anche di una società, di un mondo in evoluzione e i Crawley e la loro servitù altro non sono che lo specchio delle difficoltà di adattamento che ne conseguono.
Questa première di stagione allora, che ben si riassume nella frase sopra, pronunciata da Carson, non è che la rappresentazione esemplare dello spirito dello show e si esplica in tutta una serie di storyline legate indissolubilmente dal tema del cambiamento: politico, sociale e di costume.
I laburisti hanno vinto le elezioni e questo preoccupa principalmente Lord Grantham e Mr.Carson, da sempre i più conservatori e restii ad abbracciare i cambiamenti che potrebbero in qualche modo intaccare gli equilibri e la stabilità su cui le loro vite poggiano. Per fortuna che ci sono le donne e nella fattispecie Her Ladyship Cora e Mrs.Hughes, l’una per il sangue americano pioniere per definizione, l’altra per l’intelligenza e spirito di osservazione, a tentare di far loro abbandonare i tradizionalismi inutili. Downstairs, tra i domestici, il nuovo governo presentatosi come amico “del popolo” è invece ben visto. Ironicamente la voglia di cambiamento “dal basso” coinvolge il deluso Lord Grantham e l’imbarazzato Carson nella vicenda della nomina di quest’ultimo per volere del villaggio a Chairman nel War Memorial Committee, che tradizione vuole vada al Lord della Abbey, come ricorda al figlio la Contessa Madre. “Era tuo padre a decidere cosa il popolo voleva” è l’agghiacciante risposta a testimonianza di come il popolino del villaggio fosse finora considerato così inferiore alla classe nobile, tanto da non solo essere indegno di avere qualsivoglia ambizione ad elevarsi dalla propria condizione, ma addirittura essere così malleabile nel pensiero, da non poter nemmeno aspirare a sapere coscientemente cosa volere per sé stesso. “We’re not living in your grandfather’s days.” ricorda Mary al padre. Fortunatamente, si potrebbe aggiungere.
Persino Lady Mary, che avevamo conosciuto come amante e sostenitrice dei privilegi della nobiltà di cui la sua famiglia è rappresentante, ha subito lentamente un’evoluzione e si trova ora nella saggia posizione di dire “Vediamo come se la cavano [i laburisti] prima di andare in panico!“. Ed è sempre Mary ad essere veicolo di un’altro elemento di cambiamento, questa volta di costumi, con la faccenda relativa a Lord Gillingham. Apro una parentesi per accennare al finalmente positivo, o così sembra, esito del corteggiamento di quest’ultimo alla vedova Crawley, che finalmente è libera dal peso emotivo della morte del marito e pare abbia preso una decisione su chi tra i due contendenti abbia vinto il suo cuore. “I do love you, you know… In my cold and unfeeling way.” è forse una delle frasi più indovinate per rappresentare un personaggio: ci sono dentro la compostezza e il contegno che l’hanno da sempre caratterizzata insieme alla dolcezza e all’apertura ai sentimenti derivanti dall’amore di e per Matthew, e ancor più importante la maturità per esserne consapevole. Well done autori e well done Michelle Dockery. Chiusa parentesi.
L’innovazione culturale di cui Mary rende partecipi noi, e la povera Anna, è una sorta di rivoluzione “sessuale”, se così la si può chiamare. Nonostante lo scandalo che l’aveva coinvolta, Mary ammette con la sua cameriera, Anna, sì di trovarsi a disagio con la nuova moda delle giovani donne di “divertirsi” senza essere ancora sposate ma anche che, allo stesso tempo, potrebbe essere giusto appurare preventivamente quel “feeling” con la persona con cui si dovrà spendere il resto della vita.
In questo caso a essere più tradizionalista è Anna, che ammette di non accettare questo tipo di comportamento, sentendosi più “all’antica“. A volte è proprio nella differenza tra classi sociali che si riscontra una diversità di accettazione dei cambiamenti. Lo show lo ha già messo in mostra più volte: da Cora che cerca di convincere Mrs. Patmore dell’utilità di un refrigeratore, alla reticenza di Daisy all’introduzione dell’elettricità in casa. (Pensava fosse uno strumento del demonio, poor her. E solo adesso ha scoperto di essere stupida perché non riesce a capire algebra e contabilità? Buongiorno cara!). Per giungere persino alla Contessa Madre, lady Violet, che si ritrova a dire “Don’t be such a snob!” al maggiordomo restio a servire il non nobile dottore.
Infatti, ad essere sempre a metà tra l’antico e il moderno, tra lo sguardo malinconico al passato e l’accettazione dei cambiamenti di un presente incerto è la Contessa Madre, Lady Violet, che peraltro in tutta questa aria di cambiamenti ci dona una certezza: la sua presenza è garanzia di intrattenimento e qualità. L’acume, la spigliatezza e l’inguaribile british humour con cui condisce i suoi commenti taglienti, cinici e mirati, ne fanno uno dei personaggi più amabili, non solo dello show, ma anche dell’universo televisivo, al pari di una  Donna Paulsen di Suits, e simile, per witty dialogues alla lady Olenna di Game of Thrones. Le scene in coppia con la progressista cugina Isobel sono sempre notevoli. In particolare non si può non citare quella in cui parlando dell’interesse di Lord Merton per Lady Isobel e del suo volere “quello che tutti gli uomini vogliono” Lady Violet precisa: “I was referring to companionship, as I hope you were.” 
Nota per i fan di Jane Austen (che l’avranno sicuramente colto). Fellowes regala un riferimento a “Orgoglio e Pregiudizio” quando lady Shackleton, (interpretata da Harriet Walker, che fu tra l’altro Fanny Dashwood nella trasposizione cinematografica di “Ragione e Sentimento” di Ang Lee) dice che un uomo con un buon patrimonio non rimarrà solo a lungo e Violet le risponde: “You sound like Mrs. Bennet!“. How lovely.

Anyway, sebbene i tempi, e con questi gli usi e costumi, stiano cambiando, ci sono cose che persino ai nostri tempi non sono ancora del tutto accettate, figuriamoci cent’anni fa. Si parla dell’accenno alle unioni gay di Thomas . Quando James, riferendosi all’affair con la milf Lady Anstruther (interpretata dalla guest star Anna Chancellor) dice di volersi divertire ora ma che un giorno si sistemerà come tutti, Thomas ammette tristemente che non tutti hanno questa possibilità. Che l’amarezza di una vita che si preannuncia sentimentalmente vuota, a causa delle difficoltà che un omosessuale poteva incontrare nella società dell’epoca, sia uno dei motivi che lo spingono ad essere così odioso nei confronti di tutti? O è semplicemente la sua natura da st***zo? C’è quindi un motivo per cui tormenta la povera Baxter (che già di suo ha un nome da cane bastonato) con questa insistenza nel sapere i fatti di tutti e i segreti della casa? Va bene che l’informazione è potere, come insegna Gordon Gekko, ma questa ossessione nel ricattarla fino ad indurla a confessare il suo crimine a Cora, è una forzatura francamente poco giustificabile, tranne che dal fatto che si lega alla vicenda di Mr.Bates e la morte dello stupratore di Anna.

Infine tra una Edith crogiolata in indicibili (nel vero senso della parola, dato che nessuno può esserne a conoscenza) sofferenze soffocate nei pianti notturni, vagante per casa alla ricerca di qualcosa da fare per non pensare alla figlia, così indifferente a qualsiasi stimolo da ricordare la Sansa Stark della seconda stagione di Game of Thrones, Tom che fa amicizia con l’insopportabile maestrina Miss Bunting, Daisy e le ambizioni lavorative, si formano le storyline della stagione.
Pochi i difetti, come l’insistere sullo scontro Barrow-Baxter, o la stazionarietà di alcune scene come i tè pomeridiani (troppi; invece di star lì a cincischiare perché qualcuno non si occupa dei poveri George e Sybil affidati alle babysitter?) e le serate attorno al fuoco o, ma forse è solo un’impressione di chi scrive, un errore di regia nell’inspiegabilmente repentino cambio di scena e musica di sottofondo al minuto 11 (quando Lady Violet realizza le conseguenze di un’eventuale unione di Isobel e Merton).
In generale le atmosfere familiari allo spettatore, le scenografie e gli abiti impeccabili nell’accuratezza dei particolari, fanno da sfondo ad un episodio che, grazie anche ai suoi 65 minuti di lunghezza, dà una rappresentazione corale impeccabile, in cui ogni personaggio ha i suoi spazi e le storyline della stagione sono annunciate senza svelare mai troppo. Fellowes ha anche il tempo di inserire un incendio nel finale il quale completa il quadro d’insieme sullo show che è questa première di stagione, dando allo spettatore quella giusta dose di tensione e paura, ricordandoci che a Downton le tragedie sono sempre dietro l’angolo e non è consigliabile abbassare la guardia.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Sono presenti tutti i temi ed elementi cardine dello show
  • L’esigenza di coralità non ha danneggiato le storyline dei singoli
  • Violet, da sola o in tandem con Isobel 
  • Mary che sembra aver finalmente deciso e il modo in cui si è dichiarata
  • L’insistenza di Barrow verso la Baxter inizia a sembrare una forzatura, oltre che uno stallo se non retrocessione per il personaggio di Thomas che ha invece grandi potenzialità
  • Sono “invecchiati” più i bambini in due anni di quanto abbiano fatto gli adulti in dodici
Tra atmosfere e scene familiari allo spettatore, l’inizio della quinta stagione funge da specchio della serie stessa con temi ed elementi cari allo show e dinamiche corali ben dispiegate. Una première che ben introduce le storie che accompagneranno i personaggi dell’ upstairs e downstairs di Downton Abbey, ed insieme a loro gli spettatori, promettendo di raggiungere i livelli qualitativi che, salvo qualche scivolone, lo show ha regalato in passato.

Christmas Special 4×09 8.7 milioni – ND rating
Episode One 5×01 10.7 milioni – ND rating

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2 Comments

  1. D'accordo con la recensione su tutta la linea, ottima premiere dopo il disastro della stagione scorsa (che mi aveva portata sull'orlo dell'abbandono) si preannuncia una ripresa interessante.
    Spero in qualcosa di più per Thomas, mio personaggio preferito da sempre e che ormai è tenuto in disparte a far sempre la stessa cosa (e tanto lo sappiamo che nessuno potrà mai prendere il posto della O'Brien)

  2. Thomas non è esattamente il mio personaggio preferito però penso che sia oggettivo che, da uno che si è fatto sparare alla mano per tornare dalla guerra e ha nascosto la cagna del padrone per far finta di ritrovarla, il pubblico si aspetti qualcosa di più che agguati sulle scale a quella poretta.

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