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Extant 1×01 – Re-EntryTEMPO DI LETTURA 3 min

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Una donna galleggia in una navicella spaziale, cullata dalla forza di gravità. Un uomo le chiede aiuto, scrive “Help me” sul vetro. Chi è? Cosa vuole da lei? Occhi spaventati, gesti tesi, la donna fa entrare l’uomo; una sorta di idillio emotivo si crea tra i due, idillio fatto di carezze, baci, uno scambio di energie e di corpi. È stato solo un sogno? Un’allucinazione? Una cosa è certa, Halle Berry è una perfetta Molly Woods. Umanità, paura, dolcezza e forza sono caratteristiche perfette per la donna astronauta protagonista di una delle serie tv più attese dell’estate, Extant, trasmessa dalla CBS, ideata da Mickey Fischer, prodotta da Steven Spielberg e interpretata dall’attrice premio Oscar 2002 (Monster’s Ball – L’ombra della vita).
La puntata pilota di Extant, “Re-Entry”, è tutta incentrata su Molly, sul suo ritorno a casa, dopo 13 mesi in solitaria nello spazio, e sulla sua famiglia, il marito John (Goran Visnjic) e l’androide-figlio Ethan (Pierce Gagnon), creato dal padre in laboratorio, dal momento che la coppia non può avere figli. SEMBRA tutto normale, SEMBRA una tipica famiglia americana, ma più di qualcosa non torna tra le mura dei Woods: Molly non è in gran forma, potrebbe essere che il suo corpo debba adattarsi nuovamente alla vita sulla terra, Ethan è ribelle, brusco, violento addirittura in un primo momento potremmo pensare che sia per la lontananza dalla madre, un anno nella crescita di un bambino è quasi un’eternità. A poco a poco, da alcuni indizi, comprendiamo che sotto la pelle di Extant c’è un demone che deve ancora uscire. Cosa è successo sul Seraphine? Perché la donna è tornata dalla missione così profondamente cambiata? Molly scopre di essere incinta, ma di chi, se sulla navicella spaziale c’era solo lei?
Sappiamo fin da subito che Ethan è un humanic, un robot con fattezze e sentimenti umani, ma con intelligenza artificiale, come si evolverà il rapporto, già così conflittuale, tra il bambino e la madre? Delicata la maniera in cui viene rappresentata la “diversità” del figlio, mentre John mette a letto il bambino controlla i suoi “meccanismi” aprendo una porticina sulla schiena: il momento-rituale per tutti i genitori del mondo, quello appunto della messa a letto, viene utilizzato come strumentum di racconto, Ethan non è un bambino vero, ma è come se lo fosse per il padre, che crede fermamente nella sua creatura e nel suo progetto.
È evidente la citazione di A.I – Intelligenza Artificale: sia nell’idea di ricreare una macchina con sentimenti umani, come nell’emotività complessa e misteriosa dei due bambini. Molti, forse troppi, sembrano gli spunti che questo pilot dà, anzi quasi lancia allo spettatore, che, certo, non può essere a conoscenza di tutto, ma nel caso di Extant si esagera: confusione e incertezza la fanno da padroni. Ci sentiamo, come in un buco nero, sballottati tra passato e presente (vari i flashback, sparsi lungo i quarantacinque minuti), imbrigliati nei classici cliché di genere – che rimandano a 2001: Odissea nello spazio, A.I – Intelligenza Artificale, fino ad arrivare al più recente Gravity -, infarcendo la storia di elementi complottisti, misteriosi, che strizzano l’occhio addirittura al thriller.

PRO:

  • L’interpretazione intensa di Halle Berry
  • Il concepimento del figlio nella navicella
  • Il rapporto tra i genitori e Ethan
CONTRO:
  • La psicologia dei personaggi poco sviluppata
  • Confusione e incertezza nella storia, che non porta però a voler sapere di più
  • Troppo, troppo, troppo, alle volte è meglio concentrarsi solo su una tematica per raccontarla al meglio

 

La serie fantascientifica ha promesso tanto ma, almeno in questo primo episodio, ha dato poco; Extant infatti sembra piacersi molto e sembra essere chiuso in sé stesso, non ha le idee chiare, non approfondisce nulla, neppure la psicologia dei personaggi che sono, più o meno tutti, “figurette” monodimensionali e poco interessanti. Attendiamo la seconda puntata, nella speranza che la serie prenda una strada e la segua fino in fondo.

 

Pilot 1×01
9.42 milioni –  1.7 rating

VOTO EMMY

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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