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Fargo 1×09 – A Fox, A Rabbit, And A CabbageTEMPO DI LETTURA 4 min

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Avevo erroneamente previsto nella precedente recensione che gli episodi 1×09 e 1×10 sarebbero stati un tutt’uno di finale da sballo. Mi sono sbagliato. “A Fox, a Rabbit, and a Cabbage” è invece un collante utile a far meglio ambientare il salto temporale avvenuto in “The Heap”, e a preparare il terreno per il finale. Questo non è assolutamente un elemento negativo per “Fox/Rabbit/Cabbage”, semplicemente lo pone nelle condizioni di apparire come episodio “di servizio”, utile a mescolare ulteriormente le carte prima di creare la loro definitiva disposizione. E’ comunque molto bello. Vi sono, è vero, delle scene alla luce del giorno, ma la caratteristica che più ha catturato la mia attenzione è stata quella di un episodio strettamente notturno. Sarà che la maggior caratterizzazione dei luoghi avviene di notte, sarà forse che i due eventi chiave dell’episodio arrivino proprio con le tenebre. Entrambi, ad inizio e fine episodio, in un ambiente chiuso e claustrofobico. Claustrofobica per eccellenza è l’ascensore, dove Malvo rende concreta la autodistruttiva voglia di Lester di sprofondare nuovamente nell’oscurità. Come ogni buon thriller insegna, quando si è superato un limite, o quando si è assaporata una particolare forte emozione, difficilmente si vuole tornare indietro. Lester ha tutto quello che si potrebbe desiderare (o almeno che il vecchio lui avrebbe mai voluto), eppure decide di presentare questa suo nuova (labilmente) sicura personalità. E vuole farlo niente meno che con il suo “creatore”. E’ un attimo prima di rivedere Lester perdere la sua spocchia e tornare il tremolante ometto che era sempre stato. Come se, in una gerarchia infernale, Lester fosse un diavolo di basso rango e Lorne fosse Satana in persona. Notturna è anche la terribile sequenza finale, dove abbiamo la definitiva dimostrazione di cosa può rivelare la natura umana. Nello spazio angusto di un’automobile e dietro delle vetrine, si consuma quello che è l’atto di guerra (o di caccia) definitivo.
Merita una menzione particolare tutta la sequenza che vede alternare l’inquietante dialogo tra Lorne Malvo e il padre di Molly con la poliziotta che rientra in macchina nella tavola calda. La sovrapposizione tra le due scene, crea una tensione per lo spettatore utile solo a potenziare la rabbia una volta compresa la sua inutilità. Come a dire “sadici sono i personaggi, sadici siamo anche noi sceneggiatori”. Eppure si inizia a comprendere che non c’è più tempo per scherzare. Ci siamo “divertiti” fino ad adesso a forza di grottesco e di “black comedy”. Ora si inizia a fare i conti con la serietà della situazione. Inizia a farci i conti Lester, per cui una moglie è un caso, ma due mogli fanno una prova. Inizia a farci i conti Bill, che viene giustamente messo da parte. Potrebbe forse farci i conti Molly, la quale ora ha una famiglia ancora più estesa e oramai è resa protagonista di un intreccio senza esclusioni di colpi. Soprattutto, iniziamo a farci i conti noi spettatori. Fargo, partita più o meno in sordina, inizia a guadagnarsi l’attenzione delle grandi occasioni. Sicuramente e fortunatamente il fatto di avere una storia auto-conclusiva tra le mani, non farà risparmiare assolutamente niente.
Piccole note finali. Ho notato con piacere il mini-tracciato riservato ai due agenti dell’FBI, che inizialmente sembravano dei pesci fuor d’acqua. Partiti come due macchiette, eccoli trasformarsi in veri e propri “deus ex machina”. Simpaticissimo tra l’altro il fatto che, nel loro lungo periodo di confinamento agli archivi, avessero sviluppato una ossessione parallela a quella di Molly. Stessa cosa non può essere detta per tanti altri particolari. Una volta effettuato il salto cronologico, si è fatta un po’ fatica ad ambientarsi nella nuova realtà. E il problema non è dato dall’ambientazione del 2007, quanto dall’eccessiva caratterizzazione del 2006. Troppi particolari che sono andati a creare una piccola mitologia che adesso ci viene sottratta. Occorre aspettare l’ultimo episodio, però, per poter dare un giudizio definitivo in proposito.

PRO:

  • Ambientazione prevalentemente desolata, claustrofobica e notturna
  • Lester che, una volta conosciuti gli inferi, vuole tornarci
  • Malvo e la sua copertura
  • Sequenze estremamente ansiogene
  • Rivalutazione estrema del ruolo dei due agenti FBI
  • Malvo che spaventa i bambini in maniera totalmente gratuita
CONTRO:
  • Qualche incongruenza qua e là (fingersi dentista è dura…)
  • Pochi appigli lasciati con i precedenti episodi, forse il salto è risultato troppo drastico

 

Episodio qualitativamente in scia con il precedente.

 

The Heap 1×08 1.86 milioni – 0.6 rating
A Fox, a Rabbit, and a Cabbage 1×09 1.90 milioni – 0.6 rating

 

VOTO EMMY

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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