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Fargo 1×07 – Who Shaves The Barber?TEMPO DI LETTURA 4 min

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Ormai è un po’ ripetitivo associare a Twin Peaks qualsiasi serie televisiva ambientata in un piccolo centro. Infatti questa volta non lo farò. Anzi, invece sì, ma in maniera molto lontana. Avete presente quel misterioso aspetto che salta fuori verso la fine? Cioè la distinzione tra la Loggia Bianca e la Loggia Nera? Due luoghi extra-dimensionali identificabili, in maniera estremamente banale e forse neanche tanto corretta, come bene e male. Questo episodio di Fargo trasmette esattamente lo stesso tipo di distinzione. Gli eventi scorrono parallelamente, su binari diversi, e dimostrano la diversa natura umana di fronte a simili situazioni. Il male puro è incarnato sicuramente da Lester, per il quale vediamo la concretizzazione della sua diabolica pensata. Ma non è tanto nel suo effetto più concreto (l’arresto del fratello) che arriviamo a tale conclusione (anche perché, diciamocelo, non è che Chaz risultasse così simpatico e buono), quanto nell’incredibile messinscena che va ad attuare. La confessione allo stupidissimo Bill (l’ottusità è un’altra forma distorta della malvagità) è forse il vero momento di consacrazione dell’anima nera di Lester. E Martin Freeman riesce perfettamente anche a recitare il recitare. La performance che ci regala l’attore inglese, spalleggiato da un ottimo Bob Odenkirk, è da fuoriclasse.
Dopo la discesa negli inferi, eccoci così pronti a “riveder le stelle” precisamente nei corridoi e nelle stanze di un ospedale. Gus non ci pensa due volte a svelare il proprio errore, la sua incompetenza e la sua debolezza. Così come Molly non ci pensa due volte a perdonarlo. In realtà il perdono non viene minimamente preso in considerazione come opzione, semplicemente perché viene fatto trasparire di non esserci nulla da perdonare. La santificazione di Molly continua nel dialogo straziante con Mr. Wrench, impotentemente disteso sul suo letto di ospedale. Nell’ambito grottesco e dissacrante della serie, che ci permette di ridere o di stupirci positivamente dopo un omicidio, la poliziotta ricorda al sordomuto, ma forse anche al pubblico, in un monologo al limite del teatrale, che ogni persona ha dei genitori che lo piangeranno. Qual quindi è il senso di tutto ciò? Per poco viene bucato lo schermo a mostrarci questo intermezzo, salvo poi tornare immediatamente all’indagine principale. Indagine che per Molly ormai è una missione vera e propria, che neanche una pallottola le impedirà di perseguire.
A far da riempitivo a questo episodio, ci pensa il terzo volto della malvagità qui rappresentata. Se avevamo incontrato infatti il freddo calcolo e la furia omicida, nascoste sotto una superficie innocua, avevamo incontrato poi la cieca ottusità, con il breve spazio riservato a Lorne Malvo, incontriamo una lucida follia. Deridendo pienamente due stereotipati agenti dell’FBI, impegnati a parlare dei massimi sistemi e di fast-food all’interno della loro auto, Malvo si fa giustizia da sé. Con una sequenza stile videogioco, assistiamo alla sua ascesa “di livello” in una strada fatta di sangue.
Era inevitabile che questo episodio andasse assestando il precedente che ci aveva offerto uno scenario così apocalittico. Inevitabile quindi la maggiore lentezza e la mancanza finale di un grosso cliffhanger. Il finale, anzi, sembra servire esclusivamente per mettere sul tavolo le carte che giocheranno la partita finale negli ultimi tre episodi.
L’aspetto fondamentale di Fargo lo avevamo colto sin dal primo episodio, dove tutto era stato sovvertito immediatamente. La mia paura era quella di un pilot burrascoso che avrebbe fatto seguire un insieme di episodi estremamente lenti. In questa seconda metà di stagione, però si capisce che il sovvertimento degli equilibri è continuo. Tutto può essere bruscamente interrotto da un momento all’altro. Questo è il vantaggio di poter disporre di una serie antologica. Niente verrà risparmiato semplicemente perché poi una volta finito il primo blocco, si azzererà tutto quanto.

PRO:

  • Confronto Martin Freeman/Bob Ondenkirk
  • Trasformazione completa di Lester con tanto di “premio” finale
  • Contrapposizione angelica dei personaggi di Molly e Gus
  • Quasi-monologo di Molly
  • Sovvertimento continuo degli equilibri
CONTRO:

 

Seppure questo episodio non bisserà il voto massimo del precedente, si può dire che oramai Fargo si è stabilizzato su medie-voto più alte rispetto a quelle iniziali, che rivelavano qualche perplessità. Se le attese non verranno disilluse, potremmo considerare il 2014 come anno d’oro per la formula delle serie antologiche, dopo il precedente gioiello che ci è già stato regalato.

 

Buridan’s Ass 1×06 1.79 milioni – 0.6 rating
Who Shaves The Barber? 1×07 1.51 milioni – 0.5 rating

 

VOTO EMMY

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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