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Game Of Thrones 4×05 – First Of His NameTEMPO DI LETTURA 4 min

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In questo episodio di Re e Regine, ci viene mostrato quanto il gioco del Trono si dimostri sempre più subdolo e come vengano tessute le trame che muovono ogni pedina: l’incoronazione di Re Tommen conferma un potere sempre più vacillante per i Lannister che, coperti dai debiti con la Banca di Ferro di Braavos, non possono che rafforzare sempre più fortemente la propria alleanza con i Tyrell. Lo sa bene Tywin e lo sa bene Cersei, che qui torna protagonista. La donna cresciuta in un mondo di uomini si muove con grazie e inedita dolcezza, avvicinandosi a Margaery, promettendole il matrimonio con il nuovo Re, accettando placidamente l’unione con Sir Loras dinanzi a Tywin e facendo leva sulla compassione di Oberyn, creando una strana complicità (una complicità che nella vita reale invece li vuole come tenera coppietta stando agli ultimi gossip). Tutto questo è però soltanto una facciata per accaparrarsi le simpatie dei tre giudici che decideranno le sorti dell’odiato Tyrion.
Il potere risiede dove gli uomini credano risieda e se c’è una persona che più di tutte sta dimostrando di possederlo è Lord Baelish: scopriamo che è stato lui, di fatto, a scatenare la guerra dei Cinque Re; è sua la mano, con la complicità di Lady Lysa, che ha ucciso Jon Arryn, il primo cavaliere che morì all’inizio del racconto e quindi ad avviare tutta la serie di eventi che ben conosciamo. Ditocorto ha tra le mani il fragile Lord della Valle, l’erede di Grande Inverno e il castello di Harrenhall: sta costruendo la sua fortuna, nascondendo a tutti le sue mosse.
Ai vertici del mondo, Daenerys si rende conto, per la prima volta, che non sarà il suo lignaggio e nemmeno i suoi draghi ad incoronarla Regina dei Sette Regni: venuta a conoscenza delle rivolte che subissano le città da lei liberate, comprende che essere una leader è qualcosa che si impara, richiede sacrificio e dedizione, non basta essere una Nata dalla Tempesta. Rinuncia a partire per Westeros, nonostante sia il momento propizio e decide di “essere” Regina, con tutta la responsabilità che questo comporta. Da un lato è interessante vedere come l’evoluzione della donna ma dall’altro è sempre più evidente la lontananza tra la sua vicenda e la trama orizzontale della serie e questo, come anche nei libri, è un punto un po’ sfavorevole.
Gli sceneggiatori stanno però dimostrando la volontà di volersi distanziare dagli eventi originali e come abbiamo visto i loro sforzi, per questo, sono concentrati sugli eventi oltre la Barriera. Jon e Bran si sfiorano nuovamente, senza incontrarsi; Locke muore, tra le mani di Hodor, posseduto dal piccolo Stark, vanificando l’intento di Roose Bolton di uccidere Bran. Nonostante la recitazione non eccelsa di Kit Harrington, la scrittura delle sue scene in questo episodio lo aiuta, dandogli quel piglio in più da “capo”. Bran e i suoi continuano il loro viaggio, anche se per il momento la vicenda resta comunque un pò bloccata, perchè non sappiamo nulla di nuovo rispetto a quello che lo attenderà.
L’episodio, nonostante alcune rivelazoni, risulta un filler: perchè si, si scoprono alcune cose, ma Arya, il Mastino, Brienne, Pod, anche se carini da vedere, sono un riempimento che, almeno per ora, non sono fondamentali per la trama.
A onor del vero, anche i libri qui cominciano un po’ a incespicare e a Benioff e Weiss va riconosciuto il merito del grande lavoro di adattamento per una serie tv. Game Of Thrones è sempre bello da vedere, tuttavia le difficoltà del gestire storie che si intrecciano, interrompono o che seguono una linea parallela, cominciano a farsi sentire. L’attesa aumenta il desiderio, dicono: fiduciosi del percorso fatto fino ad ora, non si può che restare fedeli alle famiglie di tutto il Continente Occidentale e Orientale, per capire fino in fondo, “you win or you die“.

 

PRO:

  • Cersei che adotta una strategia diversa e interessante
  • Ditocorto, il giocatore più spietato
  • I missed you, boy
  • Sferzata alle vicende dei Guardiani della Notte
CONTRO:
  • Alcune linee narrative di riempimento, rendono l’episodio un pò fiacco
A metà della quarta stagione, Game Of Thrones si conferma sempre una serie di punta per recitazione e dialoghi ma “First Of His Name” non brilla come altri episodi, pur rimanendo al di sopra della sufficienza.

 

Oathkeeper 4×04 6.9 milioni – 3.7 rating
First Of His Name 4×05 7.1 milioni – 3.9 rating

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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