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American Horror Story: Coven 3×10 – The Magical Delights Of Stevie NicksTEMPO DI LETTURA 3 min

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Anche la decima puntata è terminata e come si suol dire, avanti un’altra! Il Natale ci aveva momentaneamente distratto ed allietato, ma abbiamo atteso il ritorno di American Horror Story con grande trepidazione perché il pensiero era sempre lì: Marie Leveau che chiede asilo alla nostra Suprema, un cliffhanger di mid-season inaspettato che viene accolto con grande entusiasmo da noi telespettatori impegnati a contare i giorni e le ore che ci separavano dall’attesissima “The Magical Delights Of Stevie Nicks”. La puntata con il botto però è venuta nuovamente a mancare.
Senza dubbio sono presenti scene interessanti, interpretazioni eccellenti, personaggi (solo alcuni) ben delineati e definiti, regia con i fiocchi, che fino ad ora hanno salvato e alzato di molto il livello del telefilm; in questa puntata invece si evidenziano le carenze che erano state notate già nelle scorse puntate e fin da subito denunciate. Questo pensiero potrebbe andare contro corrente (e molto probabilmente ci va), soprattutto se paragonato alla recentissima vincita del telefilm ai People’s Choice Award 2014 come Favorite TV Movie/Mini Series. Ma, senza dilungarsi in preamboli poco chiari, entriamo nel vivo di questa recensione.
Alcuni aspetti della trama risultano ripetitivi e la ripetitività non può passare inosservata anche se le scene vengono interpretate dalla favolosa Jessica Lange. Bisogna continuare con il sottolineare che pezzi di storia, trama e personaggi vengono continuamente lasciati indietro senza lasciare neanche un lascito a chi guarda il telefilm e magari a quel determinato personaggio si era affezionato. Dopo l’arrivo di Leveau si poteva protendere per un cambio repentino della trama, optare per la famosa e attesissima guerra tra streghe-negromanti (inaspettatamente unite) contro un comune nemico: the Hunter. Niente di tutto questo è stato trattato, se non una piccola e misera scena di incantesimo per far fallire economicamente la società messa in piedi dai cacciatori di streghe.
Ci ritroviamo quindi immobili ad osservare la Coven che invece di fronteggiare il nemico fuori le quattro mura, continua a massacrarsi dentro quelle quattro mura poc’anzi citate. La trama risulta essere in stallo: Fiona contro tutte e tutte contro tutte (sembra un gioco di parole, ma non lo è) per ottenere il potere assoluto e diventare the next Supreme…again! Così le piccole streghe continuano a “morire”: questa volta è il turno di Nan, confidando che almeno questa volta la morte sia definitiva, uccisa dalla nuova coppia di amiche/nemiche senza scrupoli pur di raggiungere i propri obiettivi. “Il fine giustifica i mezzi”, mai frase fu più azzeccata. Da una parte c’è Fiona, decisa ad uccidere tutte le allieve pur di rimettersi in forze e rimanere l’unica indiscussa Suprema; dall’altra Marie, costretta a pagare ogni anno il debito per la sua immortalità.
L’unica ventata fresca è data proprio dall’approfondimento del passato della negromante e dell’origine della sua immortalità. Entra in scena Papa Legba, che nel vodoo haitiano è uno spirito mediatore tra l’uomo e il dio supremo invocato durante le cerimonie per permettere la comunicazione con gli spiriti, qui invece viene rappresentato come demone che sniffa eroina-cocaina. Il personaggio è interpretato da un Lance Reddick, più conosciuto per il ruolo di Phillip Broyles in Fringe, perfettamente calato nel ruolo demoniaco.
Con scarsissimo successo gli autori hanno cercato di dare un’ulteriore ventata di freschezza inserendo Stevie Nicks, la Strega Bianca che, oltre a cantare e far svenire Misty (sua grande fan), non apporta nulla di nuovo alla trama. Pollice verso per ora.
L’unica scena degna di essere messa in evidenza e di essere salvata con 10 e lode è quella finale, ultimi minuti di vera goduria passati a guardare Fiona abbandonarsi al pianto nell’ascoltare Stevie cantare una canzone strappalacrime.

 

PRO:
  • Papa Legba collegato al passato di Leveau
  • Fiona senza un’anima
  • La scena finale
CONTRO:
  • Ridondanza delle situazioni
  • Personaggi lasciati indietro
  • Misty in una bara
  • Stevie Nicks che non apporta nulla alla trama

 

American Horror Story rimane indubbiamente un buon prodotto, ma come sostenitrice della serie questa volta non posso dare la sufficienza. Ryan Murphy deve fare di più, molto di più o quanto meno mantenere gli standard con i quali ci ha viziato.

 

Head 3×09 3.94 milioni – 3.5 rating
The Magical Delights Of Stevie Nicks 3×10 3.49 milioni – 1.8 rating

 

VOTO EMMY

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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