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Person Of Interest 3×07 – The Perfect MarkTEMPO DI LETTURA 3 min

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Lo chiamano antipasto perchè ha il compito di stuzzicare quanto basta l’appetito prima della portata principale. Forse non dovevano chiamarlo “The Perfect Mark” ma “Appetizer” o “Starter” avrebbe reso meglio l’idea di quanto importante sia questa puntata ai fini della trama, e nello specifico non parlo
dell’episodio in sè ma della scena finale che inevitabilmente darà il via ad una serie di eventi che metteranno a dura prova l’ecosistema narrativo di Person Of Interest. L’antipasto del giorno è formato da un dito insanguinato, da una fotografia macchiata di sangue e da una mascella spalancata della signorina Joss Carter, ed il perchè di questo strano piatto ce lo spiega Mister Quinn.
Alonzo Quinn per molti non sarà un nome famoso e magari potrà non dire niente ma per i più attenti ai particolari questo nome ricorderà l’HR. Noi lo sapevamo da “Bury The Lede“, Carter l’ha scoperto or ora mentre Reese e Finch lo verranno a sapere in men che non si dica e, quando il cerchio del gossip sarà completato, si potrà dare il via alle danze. Per scoprire questo segreto ed iniziare lo smantellamento finale dell’HR si è dovuti passare diversi ostacoli, molte persone sono morte nel percorso, ultimo in ordine di tempo è Laskey, ma alla fine è venuta fuori la verità. Una verità che brucia nel profondo e che tocca in particolar modo la Carter che proprio durante l’episodio avevamo visto in atteggiamenti confidenziali con Alonzo Quinn. Da qui la mascella rasente al terreno.
Ad ogni modo a beneficiare dell’imminente guerra totale potrebbe essere nientepopodimenoche Elias che freme dalla voglia di smettere di bere Brunello di Montalcino in cantina per poterlo sorseggiare all’aria aperta mentre gestisce i suoi loschi traffici. Nonostante lo si sia visto poco (per non dire mai) in questa stagione, Elias ricopre sempre quel ruolo di importanza simbolica ma ambivalente di cui Person Of Interest necessita. Finch lo teme e lo ammira allo stesso tempo, Carter lo vorrebbe in galera ma gli chiede aiuto e Reese… è Reese, per non parlare di Shaw. Per ora vive nel suo limbo ma la sensazione che il gatto stia giocando con i topi è palpabile. Staremo a vedere.
“The Perfect Mark” a dispetto del titolo non è però perfetto perchè incappa in quel discorso di coincidenze un po’ troppo forzate di cui si parlava in “Mors Praematura“, coincidenze che qui appaiono meno forzate rispetto alla puntata citata ma che però sono comunque presenti. Ora al di là che possa starci come cosa e tenendo sempre in considerazione che Manhattan non è grande come Lumezzane ma giusto quel qualcosa in più, non guasterebbe cercare di sforzarsi portando la trama in direzioni diverse e non facendola sempre conglomerare tutta in un’unica situazione. A parte questo però nulla da dire, anzi.

PRO:

  • Epifania per la Carter
  • I dialoghi Root-Finch sono sempre delle perle rare
  • Ottima tempistica e scelta delle frasi
CONTRO:
  • Laskey: non credevo che l’avrei mai detto ma forse mi mancherà questo giovane rookie
  • Le coincidenze cominciano a starmi strette…
  • Caso del giorno dimenticabile

 

Come dicevo questo non è altro che l’antipasto per le portate principali. Da qui in poi non si scherza più e se già non si scherzava prima allora l’atmosfera si incupisce ancora di più.

VOTO EMMY

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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