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American Horror Story: Coven 3×05 – Burn, Witch, Burn!TEMPO DI LETTURA 4 min

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Ogni settimana, nel giorno e nell’orario perfetto, accendo il pc e consumo la sacralità del “rito del telefilm”, della visione di una delle mie serie preferite: che sia comica, drammatica, teen, soprannaturale, dell’orrore, niente può distrarmi dai quaranta minuti che dedico, molto scrupolosamente, all’entrata in un mondo parallelo.
E quando assisti alla visione di una puntata perfetta, equlibratissima, il  palato fine dello spettatore seriale è in estasi e non si può che applaudire soddisfatti, restando in avida attesa del prossimo episodio.
American Horror Story è una serie raffinata, trash, elegante e caciarona allo stesso tempo, che con “Burn, Witch, Burn!” raggiunge un livello elevatissimo per tanti e diversi motivi, tutti importanti, tutti geniali.
Gli avvenimenti dell’episodio precedente continuano: la presenza dei morti viventi, pone Delphine davanti alla sua inadeguatezza come madre, faccia a faccia con sua figlia temporaneamente non-morta; l’accecamento di Cordelia avvicina Fiona alla stessa assenza dal ruolo materno di Madame LaLaurie. Ancora il tema della maternità, presente in forma diversa anche in “Murder House” e in “Asylum”, torna prepotente, esplodendo in una scena intensissima, in cui Jessica Lange dona nuova vita ad un neonato, regalando ad una madre la possibilità di essere tale, di esserci per quel figlio desiderato. Con questo atto, Fiona vorrebbe forse diventare quella madre che la sua Delia merita. Fragile, forte, bellissima: la Suprema è un personaggio ricco di contrasti, con un grandissimo istinto di autoconservazione, capace di bontà e perfidia. Con lei tutto è il contrario di tutto, la sua seduzione continua, attraverso ogni suo movimento, parola e gesto.
Ed è con la manipolazione che manderà al rogo Myrtle Snow, portando Queenie su una strada pericolosa: tutto per resistere ed esistere, oltre il normale concetto di tempo, senza vecchiaia, senza malattie, disposta a tutto per restare nell’oggi presente, senza essere dimenticata o peggio, sorpassata da una giovane donna.
Eliminata Madison, si risveglia un nuovo potere, così forte da spezzare il legame con i non-morti della Voodoo Queen: lode a Taissa Farmiga, sottotono fino a questo momento ma che qui non si risparmia. Con coraggio e sega elettrica alla mano, stermina tutti gli zombie alle porte dell’Academy e noi assistiamo a puro splatter, viscere, cervelli e sangue inclusi. Scena ad altissimo impatto.
Indimenticabile il rogo, dove la strega brucia, dove è l’inganno la benzina che si getta sul fuoco; soltanto l’intervento salvifico di Misty Day riporta la donna in vita, una Frances Conroy irriconoscibile.
Dall’inizio alla fine della condanna, tutto è stato diretto con maniacale precisione ed ho apprezzato tantissimo la scelta del luogo dell’esecuzione, così immacolato che diventa teatro di morte e vita.
Tantissimi gli avvenimenti che si susseguono, tutti ben cadenzati, tra ritmo frenetico e lento, giusto il tempo di un respiro e subito via, ancora catapultati in ciò che accade: Cordelia, “cieca” nell’animo nonostante la vista, si riaccende di colpo, scovando il marcio che si nasconde vicino a lei.
Altra peculiarità che ritroviamo dalle precedenti stagioni è l’attenzione per la fotografia, i colori, gli ambienti, che sottolineano sempre il contrasto che vivono i personaggi: l’oscurità della casa e i colori brillanti al di fuori di essa in “Murder House”; le vesti scure con contrasti di rosso in “Asylum”; in “Coven” ambienti luminosi, puri, dove le streghe, fiere di esserlo, lo gridano tacitamente al mondo tramite vestiti neri, perchè nessun’altro colore è più misterioso, elegante e inquietante di questo.
Ora, chi si approccia per la prima volta a questo prodotto, potrebbe trovarsi disorientato nel sapere che ogni stagione è a sè, la storia inizia e finisce nell’arco di poche puntate e ci si potrebbe chiedere dove stia la serialità. Questa puntata ha saputo dimostrare, come ci sia continuità tra un progetto e l’altro, senza mai risultare banale, scontato o ripetitivo. In questo risiede la forza primordiale dello show: sapersi rinnovare, senza dimenticare, trasformare senza stravolgere le fondamenta.

 

PRO:
  • Fiona, madre e Suprema insieme
  • Delphine, così oscura ma così umana
  • La scena del rogo, magistralmente orchestrata
  • Taissa Farmiga bad-girl
  • Frammenti che riconducono alle passate stagioni, in una perfetta sequenza seriale
  • Jessica Lange e Kathy Bates nella stessa inquadratura
  • Spalding e le sue bambole
CONTRO:
  • Assolutamente nulla

 

Citazioni, personaggi principali di spessore, dialoghi interessanti, atmosfera ottima: se ancora non avete recuperato questo gioiello, correte, non ve ne pentirete affatto. Se poi ci sono puntate come questa, il cinque su cinque è assicurato.

 

VOTO EMMY

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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