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American Horror Story: Coven 3×04 – Fearful Pranks EnsueTEMPO DI LETTURA 5 min

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Immaginate di sedere allo stesso tavolo dei più grandi giocatori del mondo di poker. Voi conoscete solo le regole base, ma dovete giocare, puntare e vincere. Pian piano cominciate a capirne i meccanismi, cominciate ad imparare il cosiddetto bluff e, a sorpresa, inizierete a vincere e a scommettere sempre di più rischiando senza la paura di sbagliare. Questo è quello che hanno fatto gli autori di American Horror Story, hanno alzato la posta in palio partendo da una Murder House lineare nel racconto e nei personaggi, fino ad arrivare ad una stagione come Coven che risulta sempre più intricata.
Spesso in una recensione ci si può imbattere nella spiegazione dell’importanza della cosiddetta “trama orizzontale”, presentata come elemento essenziale per la riuscita di un telefilm. In questa stagione non troviamo un’unica trama orizzontale che si sviluppa puntata dopo puntata, ma possiamo distinguere diverse trame che si sovrappongono e intersecano per creare un tutt’uno. Forse questa è la sfida più difficile da intraprendere per un ideatore di telefilm, perché bisogna dosare equamente la narrazione di tutte le storyline indipendenti che sono state intraprese.
Siamo al quarto episodio, un terzo dell’intera stagione. Ci ritroviamo in due posti contemporaneamente: un piede ancora nell’introduzione e l’altro nella narrazione vera e propria. E’ come quando si va a Londra e ci si lascia attraversare perfettamente nel mezzo dal famoso Meridiano di Greenwich, può essere intrigante oppure no, dipende dai gusti di ogni singolo American Horror Story addicted. Tralasciando questo, non si può di certo negare la grandezza con la quale ogni episodio viene pensato, creato e poi messo in scena. Questo lo possiamo notare sin dal principio di questa puntata quando l’omicidio di Madison viene nuovamente narrato attraverso l’obiettivo di un’altra telecamera: quella di Spalding, precedentemente testimone anche dell’omicidio della vecchia Suprema Anna Leigh Leighton. Il personaggio di Spalding era quello a cui era stato dato meno spazio. Sorprendeva molto, però, quella sua vicinanza a Fiona senza mostrare il benché minimo odio per averlo costretto al silenzio. Ecco svelato l’arcano: questa è l’essenza magica di Fiona, la sua capacità di ottenere ciò che vuole senza neanche chiederlo … fantastico! Infatti veniamo a conoscenza, attraverso i ricordi di Fiona, che è stato lo stesso Spalding a tagliarsi la lingua perché innamorato di lei.
Come spettatori, siamo costretti ad assistere alla brutta fine fatta da una Emma Roberts calata perfettamente nel ruolo di Madison, brutalmente uccisa e ora diventata la bambolina del muto per scelta. E pensare che non sarebbe stata neanche la prossima Suprema, in base a ciò che dice Cordelia. Qui la domanda sorge spontanea: se Madison non era destinata a diventare la Suprema nonostante i grandi poteri che aveva sviluppato, allora chi sarà la prescelta? Via alle ipotesi!
Alla scuola intanto arriva il Consiglio delle streghe chiamato da Nan, alla quale viene lasciato sempre più spazio. Nan non riesce ad ascoltare più i pensieri di Madison e per questo motivo, dimostrando di avere carattere da vendere, chiama il Consiglio formato da Quentin, Pembroke e Myrtle Snow (finalmente ritroviamo la nostra Frances Conroy). Grazie ai numerosi salti temporali veniamo a conoscenza di vecchie diatribe tra Fiona e Myrtle, quest’ultima forse l’unica ad aver capito realmente Fiona e ciò che ha fatto con la vecchia e nuova Suprema. Vengono continuamente proposti scontri tra titani della recitazione: carta vincente non si cambia. Alla fine l’unico a poter colpevolizzare o scagionare Fiona è proprio Spalding, che preferisce rispettare quel suo amore illibato e scagionare la sua amata.
Dalla strada del “processo” svoltiamo in quella di Queenie aggredita dal minotauro e poi salvata da Fiona. Non ho apprezzato molto la scelta di tagliare la scena in cui Fiona sconfigge l’uomo-toro tagliandogli la testa, poteva essere una bella scena d’horror da aggiungere alle numerose scene di violenza già presenti. Ho apprezzato davvero tanto, invece, la scelta di mandare la testa del minotauro, ancora cosciente (l’immortalità ha il suo prezzo), all’amata Marie Laveau, la quale rilancia la puntata del poker con un bel gruppo di zombie resuscitati per l’occasione, tra cui anche le figlie di Delphine LaLaurie. Siamo ad Halloween, questa è l’ambientazione di “Fearful Pranks Ensue”, un gruppetto di zombie che camminano per le strade non fanno mica scalpore. Come non fa scalpore
vedere un Frankstein in versione moderna: Kyle, dopo aver ucciso la madre, scappa di casa e da Zoe, che zitta zitta decide di mettere nel suo cibo del veleno per topi.
In base al discorso fatto prima (quello delle diverse trame indipendenti), mi sembra che i personaggi di Zoe e Frankyle, in queste quattro puntate, non siano stati equamente sviluppati rispetto a tutti gli altri che ritroviamo nella stagione. O, per meglio dire, non gli è stato dato il giusto spazio, ma solo spezzoni qua e la. Un vero peccato per dei bravi attori come Evan e Taissa, in più, siamo sinceri, chi non vorrebbe finalmente vedere delle belle scene d’amore tra loro due.

 

PRO:

  • Il tema del razzismo trattato presentando una New Orleans del 1961. Non dobbiamo dimenticare che il Civil Rights Act è stato approvato solo nel 1964, mentre nel 1965 venne approvato il Voting Rights Act, cioè due leggi per dare parità civile e legale ai neri
  • La narrazione dell’omicidio di Madison attraverso un altro obiettivo
  • L’arrivo del Consiglio e il processo a Fiona
  • Frances Conroy
  • Presentazione di Hank Foxx (marito di Cordelia) come killer
CONTRO:
  • Poco spazio a Zoe e Frankyle
  • Kathy Bates risulta ancora uno splendido bocciolo non completamente fiorito
  • Dove è finita Misty?

 

Infine, come si può non sottolineare il cliffhanger. Dicasi cliffhanger un colpo di scena o un momento culminante caratterizzato da forte suspense che chiude l’episodio con l’intento di indurre nello spettatore una forte curiosità circa gli sviluppi successivi. Bene, la quarta puntata si chiude con un cliffhanger degno della definizione data.

 

VOTO EMMY

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