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Person Of Interest 3×01 – LibertyTEMPO DI LETTURA 3 min

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Ritorno con una terza stagione anche con Person Of Interest che si allarga, matura e prepara la tavola per tutte le portate che verranno servite in questo terzo anno.
Guardando l’episodio mi sono reso conto che da quel “God Mode” è passato fin troppo tempo, tempo in cui ho rimosso il perchè Detective Carter non si scrive più così, il perchè Elias vive in un magazzino/bunker sotterraneo sorseggiando Barolo con il profumo di naftalina, il perchè Fusco guida una carrozza con una barba finta alla Abramo Lincoln. No ok per l’ultimo c’è sempre una spiegazione più che plausibile ma per gli altri un bel refresh della memoria è stato necessario.
“Liberty” si presenta carico di aspettative e si rivela per essere niente di e niente di meno che un mero episodio introduttivo che cerca di legare le trame lasciate in sospeso al termine della seconda stagione e al contempo di intrecciare i primi fili necessari alla creazione di una trama sempre più ampia in questa stagione. Non sappiamo bene quanto tempo è passato da quel “God Mode” però tutto ci fa pensare che non ne sia passato tanto, solo il giusto quantitativo per rendere abitudinarie le operazioni con Shaw o di vedere in tenuta da semplice poliziotta la Carter o di abituarci a rivedere regolarmente Root. Eh si, il cast si è allargato e ha acquistato dal mercato le due donzelle che da ora in poi saranno regular quindi non ci resta che farci volentieri il callo ed abituarci ai divertenti siparietti tra Reese e Shaw e ai monologhi di Root.
Come dicevo “Liberty” è come uno spartiacque tra due diverse ere, quella “before Root & Shaw” e quella “post Root & Shaw”, talmente tante sono le differenze dalle precedenti stagioni che effettivamente non si può che riconoscerle come due ere diverse. A conti fatti Finch non ha più il controllo sulla Machine che, entrata in God Mode, ora fa tutto ciò che gli pare, sente chi vuole e frequenta cattivi giri, leggasi Root; il dinamico duo è diventato un particolare trio e la Carter è ora un semplice poliziotto, e se queste tre differenze non bastano per decretare il cambio di un’era allora non so cosa possa farlo. Forse, anche a causa di tutte queste evoluzioni, si è scelto di adottare un approccio più soft non gettandosi subito a capofitto nei casini preferendo un’introduzione graduale nel Person Of Interest 2.0.
Comunque la si voglia mettere però questa serie gode di potenzialità infinite che vengono sfruttate a dovere e al tempo stesso con estrema parsimonia perchè Elias e Decima Technologies sono due nemici che presi singolarmente basterebbero per fare da “big bad” in qualsiasi altra serie ma non bastano per Person Of Interest, o meglio, bastano ma per un super serial ci vogliono super nemici perchè, come nella realtà, i problemi non vengono mai uno alla volta ma tutti insieme appassionatamente.
Le potenzialità di questa nuova fase “post Root & Shaw” devono ancora essere esplorate e i prossimi episodi saranno un buon test per verificare se gli sceneggiatori riusciranno a gestire contemporaneamente tante mine vaganti e al tempo stesso dedicare la stessa attenzione a dettagli e trama come hanno fatto fino ad ora. Due sono le certezze: la prima è che noi seguiremo la serie fino alla fine dei suoi giorni, la seconda è che abbiamo la bava alla bocca. L’antipasto è stato servito.

 

PRO:

  • Shaw si è messa subito a suo agio
  • Amy Acker e Sarah Shahi sono passate da recurring a regular
  • Root discute animatamente con la Machine
  • Fusco aka Abramo Lincoln
  • Finch non vuole che ammazzi le persone…
CONTRO:
  • Premiere troppo focalizzata sul caso del giorno che devia l’attenzione da tutto ciò che c’è di importante
  • Finch sottotono

 

Date il bentornato a Person Of Interest in una nuova serata (del martedi), con un nuovo cast ben più ampio e soprattutto con molte, ma mai troppi, nuovi status quo. Diamo il via alle danze.

 

VOTO EMMY

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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