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Dexter 7×12 – Surprise, Motherfucker!TEMPO DI LETTURA 5 min

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“Coincidenza un cazzo, non ci credo per niente. C’è qualcosa che non mi convince in te. Avrei dovuto vederlo prima. Il sorriso falso, le ciambelle, non cammini nemmeno come uno normale sembra che scivoli come una lucertola sul ghiaccio. E’ una cazzo di recita e io non la bevo. Cosa nascondi Morgan? Un giorno io lo scoprirò, sai? So che sei un maledetto figlio di puttana.”

In questa settima stagione Dexter ha dimostrato di saper scendere a patti con il suo personale istinto di preservazione. Il cliché da serial killer quali erano i vetrini gelosamente custoditi, infatti, è stato eliminato senza battere ciglio. L’alternativa era il rischio di esporsi. Ma in un certo tal senso Dexter si è liberato dei vetrini anche perché lo facevano apparire meno diverso dalle persone che con tanta cura e precisione ha fatto a pezzi: i vetrini erano ricordi di un atto efferato, un regalo autocommissionato di qualcosa di disumano, esattamente come può esserlo un lembo di pelle oppure un capo intimo.
Cosa differenziava quindi Dexter da quegli stessi animali a cui lui dava la caccia?
Anche per questo, forse, i vetrini sono diventati deleteri ed eliminati dall’equazione, ma troppo tardi visto che proprio quei cimeli hanno incastrato definitivamente Dexter. Si trattava di un dettaglio non comunicato ai giornali e Doakes è morto (e con lui si crede anche il Macellaio). E allora perché nella chiesa ce n’è uno? LaGuerta si mette alla ricerca e tra un abile piano (il rilascio di Estrada) e qualche pessima decisione (appoggiarsi a Debra per le proprie ricerche) la strada per la risoluzione del caso viene progressivamente trovata.
E’ un finale dal peso specifico altissimo: se il finale della sesta stagione ed il primo di questa settima avevano finalmente mostrato il vero io di Dexter a Debra, questo appuntamento conclusivo mette di fronte la giovane donna ad una ingrata scelta. Famiglia od onore/lavoro?
Una scelta lacerante che trova una conclusione, sì, ma che avrà degli strascichi importanti (che dovranno essere affrontati ed approfonditi) nell’ultima stagione. La morte di LaGuerta semplifica a suo modo la posizione di Dexter visto e considerato il rispetto che può vantare all’interno del distretto tra tutti i colleghi, ma soprattutto occorre tener presente che LaGuerta era l’unica che effettivamente dubitava della doppia identità di Doakes prediligendo invece la possibilità che fosse l’ematologo il Macellaio di Bay Harbor.
Molto intenso e scenicamente ineccepibile il confronto a tre all’interno del container tra Debra, Dexter e LaGuerta con quest’ultima che ha la peggio venendo mortalmente colpita proprio dalla giovane tenente. Se la morte di Doakes aveva lasciato profonde ferite in Maria, sicuramente la morte del capo ne lascerà altrettante in Debra: c’è un senso di colpa comune per la morte, ma soprattutto c’è la sensazione che il vero colpevole sia ancora a piede libero. Un colpevole che, soprattutto in questo caso, ha sempre e solo un volto ed un solo nome: Dexter. Sarebbe interessante poter assaporare una stagione conclusiva votata ad una specie di lotta fratricida, anche se resta poco probabile visto e considerato il forte legame che unisce i due: Dexter ha sacrificato Hannah per Debra; Debra ha sacrificato LaGuerta per Dexter. Più probabile che questo omicidio assistito cementi ulteriormente il loro rapporto, ma bisognerà vedere fino a quale punto il tandem tra i due si avvicenderà.
Del resto della puntata, escludendo il triangolo sopra citato e scene autoreferenziale ai personaggi chiamati in causa, risulta esserci ben poco da dire visto e considerato che buona parte del minutaggio viene speso a riportare in scena flashback tra Dexter e Doakes (più che superflui), mentre banale risulta essere la chiusura tra Dexter e Hannah in prigione. Molto rapida, molto apatica, anche se quasi sicuramente non rappresenterà un addio definitivo visto il fortissimo legame che ha unito i due (e soprattutto considerata la mania psicopatologica della bella fioraia).
La puntata si conclude con l’ennesima, fastidiosa, domanda retorica (“Questo è un nuovo inizio o è l’inizio della fine?“) a cui sarà fondamentale trovare una risposta più che valida: Dexter si trova sull’orlo del baratro, pronto ad essere esposto al mondo intero per quello che è. Basta una sola, semplice, spinta. Oppure, andando controcorrente, Debra potrebbe offrirgli il braccio e trarlo in salvo dall’oscurità che lo sta per inghiottire: aver ucciso LaGuerta per pura e semplice autoconservazione è una strada pericolosa e cupa che potrebbe far cambiare le regole del gioco, le regole da Dexter così attentamente impartite da Harry.

 

PRO:
  • Il confronto Dexter-LaGuerta-Debra
  • Estrada ed il suo “sacrificio”
  • Una puntata che concentra buona parte dell’intera valutazione e del suo valore in quei fondamentali ultimi cinque minuti
  • Lo sparo di Debra e poi il pianto
  • Hannah e Dexter?

CONTRO:

  • I flashback di Doakes e Dexter
  • Hannah e Dexter?
  • Una puntata totalmente concentrata al fortissimo colpo di scena conclusivo, ma buona parte delle sottotrame erano già state ampiamente chiuse (forse solo momentaneamente) già nella precedente puntata
Puntata, come detto, dal peso specifico altissimo che dimostra che Dexter (la serie) quando vuole sa fare ancora sul serio. Certo, ora capita più spesso che la trama si perda o vada ad insinuarsi in determinati cul-de-sac completamente inutili, ma l’ottima scrittura è impareggiabile quando c’è il chiaro intento di colpire e stordire il proprio pubblico. Con una sola stagione alla fine e con una morte così importante alle spalle, sarà fondamentale vedere come (e per quanto) reggerà il rapporto malato tra Debra e Dexter. Hannah permettendo.

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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