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Dexter 7×09 – Helter SkelterTEMPO DI LETTURA 3 min

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“Non esistono sentimenti umani più forti della paura e dell’amore. Per molti versi, non sono così diversi. Entrambi posso portarti a fare cose folli…come dire al tuo stesso fratello che sei innamorata di lui…o rischiare la tua stessa vita per braccare colui che ha portato via l’uomo che ami.”

 

“Helter Skelter” è la rappresentazione perfetta di come un episodio di transizione debba essere impostato, specialmente se si stanno prendendo in considerazione serie strettamente correlate all’ambito crime-drama come Dexter.
La presentazione di un nuovo villain in concomitanza dell’uscita di scena del precedente; una lenta e progressiva sfumatura di interesse che accompagna tanto il protagonista principale quanto il pubblico; l’alternanza tra i due racconti grazie ad elementi esterni (ma collegati) alla trama principale, quali per esempio il cementarsi del rapporto tra Dexter e Hannah, la caccia all’uomo portata avanti dalla Kaska oppure le indagini sempre più a maglie strette da parte di LaGuerta.
Una racconto sfumato che appare più che ottimamente portato in scena e che vede il proprio giudizio ribassato da puri e semplici dettagli narrativi.
Si potrebbe essere portati a pensare che il killer che carbonizza le persone rappresenti un mero riempitivo. La stagione, infatti, volge ormai al termine e difficilmente il villain introdotto riuscirà in così poco tempo a raggiungere l’appeal a cui era arrivato Isaak Sirko. Parallelamente c’è da considerare l’indagine di LaGuerta che si sta avvicinando a grandi falcata alla sua naturale conclusione e, quindi, all’incriminazione di Dexter che verosimilmente rappresenterà un punto focale tanto del finale quanto dell’ultima stagione. O almeno così si spera.

 

“Com’è che…riesci ad essere spavaldo di fronte alla morte eppure…così timoroso di vivere?”

 

Perché quindi una valutazione così entusiasta per un episodio votato alla transitorietà come questo nono appuntamento? Dexter ha il compito di riuscire a intrattenere tutte le settimane e considerata l’uscita di scena di Isaak era fondamentale trovare un momentaneo traghetto con il quale occupare sia Dexter stesso in quanto personaggio, sia il pubblico. Ad essere apprezzata è tanto l’entrata in scena del nuovo killer, quanto l’uscita di Isaak, però. Degnamente accompagnato nel suo ultimo viaggio da Dexter-Caronte con cui riesce ad intavolare l’ennesimo dialogo d’alto livello prima di spirare. Due personaggi presentati come opposti, ma accomunati da quel sentimentalismo da cui sembravano (e sembrano) voler fuggire: Isaak, un mafioso che utilizzava la morte come strumento di potere; Dexter, una macchina violenta e sanguinosa della giustizia. Lo stesso sentimento (l’amore), li avvicina e mostra all’uno l’umanità dell’altro nell’ultimo, fatidico, momento. La frase di Isaak (“c’è ancora speranza per te”) riferita a Dexter è un monito ed un augurio di una ritrovata pace. Un qualcosa che Dexter sembra aver perso dal momento in cui Rita gli è stata strappata violentemente di mano e a cui anela disperatamente da quel momento.
Forse Hannah, a dispetto di tutto, potrebbe rappresentare la vera essenza di quell’Argentina, di quella casa (non materiale) tanto agognata da Dexter?

 

“In ogni western si dice che un uomo in cerca di vendetta deve scavare due fosse. Una per il suo nemico e una per se stesso. Non avrò bisogno della mia, ma farò in modo che Isaak non sia solo nella sua.”

 

PRO:
  • La morte di Isaak e la reazione di compassione e rispetto da parte di Dexter
  • L’introduzione del killer che carbonizza le proprie vittime
  • Insolita alleanza Isaak-Dexter (anche se alleanza dettata da un ricatto)
  • LaGuerta-Tom: altra alleanza insolita
CONTRO:
  • Uccidere subito Isaak sparandogli nuovamente era troppo complicato?
  • Lezioni di sentimentalismo tra un leader della mafia ed un serial killer: un best seller prossimamente in libreria

Un episodio di transizione perfettamente orchestrato e portato in scena. Qualche piccolo dettaglio inficia ancora la narrazione, ma l’alta valutazione un episodio ben più che sufficiente.

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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